Mentre è attiva una campagna europea per i diritti umani e l’abolizione di Frontex
di Nancy Drew
Il 24 e 25 giugno si è riunito il Consiglio Europeo: tra i temi trattati – oltre al Covid e le compiacenze dei risultati ottenuti ed ove si ribadisce l’impegno dell’UE a favore della solidarietà internazionale in risposta alla pandemia – si è parlato di flussi migratori – che nella stagione estiva raggiungono i numeri di maggior picco.
Sul verbale della seduta sono riportate le linee guida e i fini da perseguire: “Al fine di scongiurare la perdita di vite umane e ridurre la pressione alle frontiere europee saranno intensificati, quale parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea, i partenariati e la cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i paesi di origine e di transito. L’approccio sarà pragmatico, flessibile e su misura, utilizzerà in modo coordinato, come Team Europa, tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili dell’UE e degli Stati membri e sarà messo in atto in stretta cooperazione con l’UNHCR e l’OIM. Dovrebbe riguardare tutte le rotte e basarsi su un approccio che prenda in considerazione l’intero tragitto, affrontando le cause profonde, sostenendo i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppando capacità di gestione della migrazione, eradicando il traffico e la tratta di migranti, rafforzando i controlli alle frontiere, cooperando in merito a ricerca e soccorso, affrontando la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali e garantendo il ritorno e la riammissione”.
In tal senso un capitolo specifico è stato dedicato alla Turchia – secondo l’Unione Europea – partner di interesse cooperativo per la stabilizzazione del Mediterraneo orientale e le questioni che vertono sui flussi migratori. Il Consiglio Europeo “Prende inoltre atto dei lavori preparatori per i dialoghi ad alto livello con la Turchia su questioni di interesse reciproco, quali la migrazione, la salute pubblica, il clima, la lotta al terrorismo e questioni regionali. […] e invita la Commissione a presentare senza indugio proposte formali per il proseguimento dei finanziamenti a favore dei rifugiati siriani e delle comunità di accoglienza in Turchia, Giordania, Libano e altre parti della regione, in linea con la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del marzo 2021 e nel contesto della politica migratoria globale dell’UE”.
Il Consiglio Europeo “Prende inoltre atto dei lavori preparatori per i dialoghi ad alto livello con la Turchia su questioni di interesse reciproco, quali la migrazione, la salute pubblica, il clima, la lotta al terrorismo e questioni regionali. […] e invita la Commissione a presentare senza indugio proposte formali per il proseguimento dei finanziamenti a favore dei rifugiati siriani e delle comunità di accoglienza in Turchia, Giordania, Libano e altre parti della regione, in linea con la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del marzo 2021 e nel contesto della politica migratoria globale dell’UE”.
In quanto ai finanziamenti alla Turchia per il contenimento alle proprie frontiere dei flussi migratori dal Medio Oriente sono stati previsti – entro il 2024 – 3,2 miliardi di Euro, mentre 2,5 miliardi di Euro saranno destinati a Giordania e Libano, Paesi che accolgono milioni di profughi siriani.
Infine – ancora a proposito di Turchia – il Consiglio Europeo si preoccupa dei diritti civili fondamentali del Paese guidato dal Presidente Erdogan: “Lo Stato di diritto e i diritti fondamentali in Turchia continuano a costituire una preoccupazione essenziale. Gli attacchi ai partiti politici, ai difensori dei diritti umani e ai media rappresentano significative battute d’arresto per i diritti umani e sono in contrasto con gli obblighi della Turchia di rispettare la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti delle donne. Il dialogo su tali questioni rimane parte integrante delle relazioni tra l’UE e la Turchia”.
Parallelamente, per garantire l’operatività dell’agenzia europea Frontex – istituita nel 2016 con sede a Varsavia – ovvero la guardia costiera e di frontiera terrestre europea che ha come funzione principale quella di contribuire a una gestione integrata delle frontiere esterne dell’area Schengen – era già stato preso accordo tra gli Stati Membri UE l’aumento graduale del bugdet, che passa dai 143 milioni del 2015 ai 322 milioni del 2020, mentre per gli anni 2021-2027 la cifra salirà bruscamente a 5,6 miliardi di Euro.
In conseguenza a questa rapida escalation ‘armata’ – tale è Frontex nella democratica Europa che critica i muri di Trump lungo il confine messicano – è da poco più di un mese è nata una campagna europea per abolire l’agenzia a guardia dei confini dell’Unione Europea. Ad Abolish Frontex hanno aderito le maggiori ONG europee che operano nel Mediterraneo e lungo le rotte migratorie terrestri, sostenendo che ‘Frontex è morte’ e la sicurezza europea – a protezione di cui sarebbe destinata l’azione di Frontex – non dipende dai flussi migratori.
Gli attivisti europei per i diritti umani inoltre contestano che Frontex sia finanziata con le tasse dei cittadini “denaro pubblico che finanzia l’industria bellica, respingimenti illegali e deportazioni”.
Sulla pagina della campagna Abolish Frontex vengono riportate le cause che hanno spinto all’azione: ‘Frontex is the European Union’s border agency and is a key actor in enforcing the EU’s border regime. It is responsible for systemic human rights violations through its operations; involvement in deportations; cooperation with third countries, and role in strengthening EU borders.What started as a small agency in Poland, has become one of the EU’s biggest. Its budget has grown by over 7560% since 2005, with €5.6 billion being reserved for the agency from 2021-2027. Frontex has been recruiting an army of border guards who can own and use handguns, and aims to have 10,000 guards by 2027. The agency can now buy its own equipment – such as ships, helicopters and drones – benefitting the arms, security and surveillance companies that have been so influential in shaping the EU’s border and defence policies through lobbying (Frontex è l’agenzia per le frontiere dell’Unione europea ed è un attore chiave nell’applicazione del regime di frontiera dell’UE. È responsabile di violazioni sistemiche dei diritti umani attraverso le sue operazioni; coinvolgimento in deportazioni; cooperazione con i paesi terzi e ruolo nel rafforzamento delle frontiere dell’UE. Quella che era iniziata come una piccola agenzia in Polonia, è diventata una delle più grandi dell’UE. Il suo budget è cresciuto di oltre il 7560% dal 2005, con 5,6 miliardi di euro riservati all’agenzia dal 2021 al 2027. Frontex ha reclutato un esercito di guardie di frontiera in grado di possedere e utilizzare pistole e mira ad avere 10.000 guardie entro il 2027.L’agenzia può così acquistare le proprie attrezzature, come navi, elicotteri e droni, a beneficio delle società di armi, sicurezza e sorveglianza che sono così influenti nel plasmare le politiche di confine e di difesa dell’UE attraverso il lobbismo – t.d.g.).
Se, in base a quanto verbalizzato dall’ultimo Consiglio Europeo, dove si sottolinea la volontà di: “Il Consiglio europeo condanna e respinge qualsiasi tentativo da parte di paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici”, troviamo numerose note in antitesi con le altre decisioni, che andrebbero maggiormente discusse e valutate da tutta un’altra prospettiva, ovvero quella reale dei diritti umani e civili.
Sabato, 26 giugno 2021 – n° 22/2021
In copertina: Il Consiglio Europeo riunito – Immagine dal sito del Consiglio Europeo