La strage dei civili
di S.E. Abeer Odeh – Ambasciatrice di Palestina in Italia
Accolgo con favore l’iniziativa del Segretario Generale dell’ONU di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza la drammatica situazione della Striscia di Gaza.
Mi auguro che la comunità internazionale, compresa l’Italia, risponda positivamente alla sua richiesta di un cessate il fuoco immediato per scongiurare una catastrofe umanitaria, quando sotto le bombe israeliane abbiamo già perso almeno 16.400 persone, di cui circa il 70% donne (più di 4.000) e bambini (più di 8.000).
Adesso basta, è ora che gli attori internazionali prendano sul serio le proprie responsabilità e lavorino sodo per porre fine all’occupazione israeliana, raggiungere la pace nella regione e consentire al popolo palestinese di perseguire la prosperità come qualunque altro popolo al mondo.
Niente giustifica un’occupazione illegale. Le continue aggressioni e violazioni del diritto internazionale da parte di Israele non possono più essere tollerate né giustificate, hanno raggiunto livelli di violenza senza precedenti. Le Nazioni Unite hanno sottolineato che gli attacchi contro le infrastrutture civili sollevano serie preoccupazioni sul rispetto da parte di Israele del diritto internazionale umanitario. Hanno anche dichiarato che non esiste un posto sicuro a Gaza. Non gli ospedali, non i rifugi, non i campi profughi. E che lì nessuno è al sicuro. Non i bambini. Non gli operatori sanitari. Non quelli umanitari. Questo palese disprezzo per l’umanità deve finire. L’aggressione deve finire.
Vorrei sottolineare il diritto del nostro popolo di vivere in pace sulla sua terra e il dovere della comunità internazionale di fornirgli un aiuto incondizionato di cui ha bisogno per sopravvivere, come l’ospedale da campo che l’Italia vuole allestire nella Striscia, aumentando l’ingresso a Gaza di forniture mediche, cibo, acqua, elettricità e carburante, necessari affinché gli ospedali e le strutture preposte possano riprendere il loro lavoro per curare decine di migliaia di feriti e fornire servizi essenziali alle persone.
Il popolo palestinese ha diritto alla protezione internazionale e ha il diritto di vivere in Palestina, secondo il diritto internazionale.
Respingiamo i tentativi israeliani di pulizia etnica e ci aspettiamo che venga applicata la legge che li vieta.
I palestinesi desiderano solo vivere con dignità nella loro terra e rifiuteranno di essere deportati di nuovo. La loro volontà è di restare attaccati alle loro case, anche se distrutte, nel loro Paese.
Ci appelliamo alla comunità internazionale perché si impegni concretamente per fermare i bombardamenti sul nostro popolo.
Sabato, 9 dicembre 2023 – n°49/2023
In copertina: pubblicità negli Usa contro la guerra su Gaza – Foto: IfAmericanknew.org