venerdì, Novembre 22, 2024

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L’ultra destra francese marcia alla conquista della presidenza

Sinistra disunita per le elezioni di aprile

di Elio Sgandurra

Se gli italiani devono sopportare le polemiche tra i partiti sulla scelta del nuovo presidente della Repubblica – per il quale il Parlamento dovrebbe votare tra fine gennaio e i primi di febbraio – i francesi forse stanno peggio per lo stesso motivo. Ad aprile anche in Francia si voterà per il presidente ed essendo una Repubblica presidenziale, alle urne andranno gli elettori per scegliere il Capo dello Stato – che ha poteri molto più ampi rispetto al nostro – e i membri del Parlamento.

La campagna elettorale è già cominciata con i rituali sondaggi e una sfilza di candidati pronti a prendere il posto di Emmanuel Macron che si ripresenta. La battaglia per occupare la poltrona dell’Eliseo – o almeno per il secondo posto del ballottaggio – si sta svolgendo non tanto tra sinistra e destra, ma tra questa e l’estrema destra rappresentata dal giornalista Éric Zemmour, il cui programma elettorale comprende riferimenti ultrareazionari nostalgici verso il governo fascista di Vichy e addirittura la monarchia prerivoluzionaria.

Il suo radicalismo fa apparire moderati quello di Marine Le Pen, la leader del Rassemblement National e in Italia a quello di Matteo Salvini o forse anche di Giorgia Meloni. Eppure secondo i primi sondaggi, Zemmour avrebbe un seguito favorevole soprattutto tra i novax ; tra i più accaniti “nemici” degli immigrati, dei cittadini regolari di origine nordafricana, degli ebrei e dei gay. Un suo seguace ad un comizio ha dichiarato: “Non dobbiamo eleggere solo un presidente, ma un re di Francia”. Un libro di Zemmour – pieno di allucinanti dichiarazioni – ha venduto 200mila copie in soli pochi giorni. In confronto al Rassemblement National favorito dal 19% degli elettori, quello del giornalista rasenterebbe il 10%.

In contrasto alle destre la sinistra si trova in condizioni peggiori di quella italiana: la principale candidata alla presidenza, la socialista Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, avrebbe soltanto il 6% dei sostegni ai quali dovrebbero aggiungersi gli ecologisti – che l’avevano appoggiata alle elezioni comunali – e altre formazioni di sinistra oltre ai comunisti di Fabien Roussel. Ma un’intesa generale appare molto lontana.

Macron – che rappresenta il centro – resta il favorito col circa il 25%. Lo tallona col 20% il partito dei Republicains, la destra moderata gollista guidato da Valérie Pécresse, ex ministra del presidente Sarkozy. Se un solo partito della destra andrà al ballottaggio, unendosi agli altri con simili tendenze, la Francia rischia di avere un presidente reazionario.

Sabato, 18 dicembre 2021 – n°46/2021

In copertina: Éric Zemmour – Foto: Cheep 2021CC BY-SA 4.0

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