Non perdiamo l’occasione
di Miriam Maddaloni
Ormai è da qualche tempo che il problema ambientale è diventato sempre più importante e portato in risalto dal Governo e le altre nazioni, mettendolo come primario, programmando interventi urgenti e stati d’emergenza.
Ma certamente i più sensibili e coscienziosi non hanno potuto non sentire le urla del nostro Pianeta già da molto tempo.
Quando nei primi anni dell’industrializzazione selvaggia, le industrie non davano importanza e non avevano forse la conoscenza (se vogliamo essere clementi) di quanto gli scarichi e gli scarti delle produzioni potessero danneggiare il nostro ambiente.
Di quanto i gas emessi dalle bombolette spray, potessero generare il buco dell’ozono, e il continuo abbattimento di aree verdi possa ridurre la trasformazione di anidride carbonica in ossigeno, vitale per la sopravvivenza degli esseri viventi.
Sempre quelle urla così assordanti si propagano dalla montagna con le stagioni invernali sempre più calde e le rare nevicate, alla pianura sempre più inquinata dalla grande produzione industriale e dai numerosi allevamenti intensivi, altra fonte enorme di inquinamento. Ed i mari diventati trappole mortali per molte specie marine, sempre più ricco non di pesci ma di rifiuti che ci ingeriamo insieme al pesce che portiamo sulle nostre tavole.
Il pH degli oceani, a causa all’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera, mostra una tendenza all’acidificazione.
Grande problema è il riscaldamento globale, il riscaldamento climatico che porta le temperature del nostro Pianeta ad alzarsi. Il cambiamento climatico è la mutazione del clima sul pianeta, che sia attribuibile direttamente o indirettamente ad attività umane. Il clima cambia dunque anche per cause naturali, ed è sempre cambiato. Nell’evoluzione del nostro pianeta si riconoscono fasi glaciali ed interglaciali, ma poi c’è la componente umana, che con le sue attività influisce ulteriormente sulle variazioni del clima. Il mondo scientifico è d’accordo nell’identificare che il surriscaldamento globale, come cambiamento del clima, è attribuibile al 97% all’uomo e alle sue attività.
I più grandi esperti di problemi climatici del nostro pianeta ritengono che le attività dell’uomo siano quasi certamente la causa principale dell’aumento delle temperature osservato dalla metà del XX° secolo. L’attuale temperatura media della Terra è più alta di 0,85ºC rispetto ai livelli della fine del XIX° secolo. Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti, da quando sono iniziate le prime rilevazioni nel 1850.
Molte catene montuose del nostro Pianeta, come Himalaya, Alpi, Montagne Rocciose, e Ande meridionali, ma anche vette tropicali come il Kilimangiaro, stanno mostrando segni della perdita glaciale, ed i ghiacci artici stanno subendo la stessa sorte.
Il riscaldamento globale, come citato, è causato dalle attività umane che determinano il rilascio nell’atmosfera di gas che, anche se presenti in natura, finiscono per incrementare la loro densità sconvolgendo la quantità di energia presente sulla Terra e aumentandone la temperatura. Tra le attività umane che causano il riscaldamento globale ci sono la deforestazione massiccia, l’allevamento intensivo di bestiame e l’uso di particolari fertilizzanti e dall’emissione dei gas serra: anidride carbonica (CO2), metano, ossido di azoto, gas fluorurati.
Questi gas sono in grado di rafforzare la capacità dell’atmosfera terrestre di catturare radiazioni ad onda lunga provenienti dal suolo cambiando così le temperature sul nostro Pianeta. Vediamo quali sono le attività umane che causano il riscaldamento della Terra. L’uso di combustibili fossili, deforestazione, allevamento del bestiame, fertilizzanti azotati, gas fluorurati o FGAS.
Stiamo arrivando al punto di non ritorno, dobbiamo davvero renderci conto che abbiamo pochissimo tempo per correre ai ripari, un’ultima chiamata, l’ultimo avvertimento, l’ultimo urlo della nostra preziosa Terra, l’occasione per fare la nostra parte, per lasciare ai nostri figli e le generazioni future un pianeta risanato.
Vediamo cosa i governi si impegnano a fare e agire sulle emissioni di gas serra, per mantenere l’aumento della temperatura sotto i 2 gradi entro il 2050.
Necessario è un inteso programma di ricerca e sviluppo sull’efficienza energetica di fonti meno inquinanti e rinnovabili.
Il sistema economico necessita di essere ridisegnato a vantaggio dei cicli economici circolari che prevedono il minor utilizzo delle materie prime e il minor scarto e spreco possibile quando i beni saranno arrivati a fine vita.
Per i trasporti, occorre realizzare un nuovo modello di movimento di persone e merci che permetta di razionalizzare gli spostamenti diminuendo il più possibile la distanza fra luoghi di residenza e di lavoro, luoghi di produzione e di consumo, e favorire i collegamenti telematici.
Anche noi come singoli, possiamo fare molto: ogni nostra scelta ha un peso e un gran valore per il nostro Pianeta, dall’ utilizzo consapevole dell’energia – spegnere le luci che non utilizziamo – come l’acqua , chiudendo il rubinetto quando ci insaponiamo; fare la spesa scegliendo prodotti con meno imballaggi e scegliere una dieta vegetariana o eventualmente scegliere piccoli produttori.
Noi possiamo fare davvero molto per il nostro Pianeta ma non aspettiamo domani, perché un’altra occasione non ci sarà.
Sabato, 26 febbraio 2022 – n° 9/2022
In copertina: Immagine di Jordan Singh/Pixabay