domenica, Dicembre 22, 2024

Lifestyle, Società

Menti giovani Vs antichi pensieri

Abbandoniamo il giudizio a vantaggio di una migliore capacità di giudizio

di Giorgio Scroffernecher

Negli ultimi due giorni mi sono commosso tre volte.

La prima volta con Liliana Segre che, a sua insaputa, ha portato un po’ di pace nella mia vita. Mi sono trovato molte volte a spiegare ad amici di sinistra le ragioni del mio apprezzamento per Chiara Ferragni e tutta la sua visibilissima famiglia. Ho ricevuto occhiolini sarcastici da maschietti che alludevano ai miei presunti tardivi bollori per le belle bionde, mentre amiche con cultura e pensieri avveduti, mi hanno sciorinato quanto fasulla sia la Chiara e ancor più il suo popolo di follower (tra cui il sottoscritto).
Ieri la Senatrice Segre, 91 anni, ha detto: «Mi piacerebbe molto incontrare Chiara Ferragni e invitarla a visitare con me il Memoriale della Shoah di Milano. Ho visto che si è impegnata con il marito su diversi temi di importanza sociale, è sicuramente una donna attenta anche ad argomenti diversi da quelli che riguardano il suo lavoro legato alla moda. Il fatto che i ragazzi conoscano poco il Museo della Shoah e le storie che vi sono custodite, è il mio cruccio. Se Chiara Ferragni venisse qui con me, molti adolescenti si interesserebbero a questo argomento e verrebbero a vedere quel che è successo a me e a tanti altri, fra cui i tanti che non sono mai tornati dal viaggio verso l’orrore».

La seconda volta mi ha commosso il Jova, Lorenzo Cherubini, che, insieme ad un imbarazzato e divertito poeta Nicola Crocetti, autore con lui del libro Poesie da spiaggia, un’antologia di poesie e componimenti selezionati dai due, alla sua presentazione al Salone del libro di Torino ha detto: «La sensazione è che la poesia ti legge, non sei tu a leggerla. La poesia è qualcosa di perfetto, ma di una perfezione che non è stabile, che si muove ed è inesauribile». E’ da notare che dopo l’intervento a Sanremo di Jovanotti che ha letto la poesia di Mariangela Gualtieri, Bello mondo, tutta l’editoria poetica ha avuto un’impennata nelle vendite.

La terza lacrima, forse la più calda, l’ho versata ascoltando le parole di una studentessa di Padova, bella e fiera, che davanti a tutte le più alte autorità dello Stato, Mattarella e Casellati compresi, in occasione della cerimonia ufficiale per gli 800 anni dell’Università di Padova, dopo essersi domandata «come possa considerarsi libero un Paese in cui i senatori della Repubblica possono permettersi di applaudire pubblicamente l’affossamento di un Ddl che, in minima parte, mirava a tutelare la libertà di esistere di persone, cittadini, di uno Stato che continua a chiudere gli occhi davanti alla sua omotransfobia», ha concluso guardando dritta negli occhi chi stava in prima fila dicendo forte e chiara «Care istituzioni, non chiedete a noi di avere coraggio. Noi ci faremo forza, ci uniremo, lo stiamo già facendo. Care Istituzioni abbiate voi il coraggio di guardare davvero al futuro, cercando di rimediare agli errori del passato. Abbiate il coraggio di chiederci come stiamo e di assumervi la responsabilità della risposta. Abbiate il coraggio di ascoltarci».

Infine un sorriso, anzi tre. Un sorriso steso sull’incapacità di giudizio – giudicando senza appello – di chi in Chiara Ferragni vede solo il luccicare dei suoi occhi fotogenici e non la sua storia personale di ottima imprenditrice e filantropa che, nel mondo, non in un paese della provincia padana, ha trovato il suo posto nonostante avesse tutti contro. Un sorriso per chi ritiene semplicemente esagerati e fuori luogo i comportamenti plateali nei Gay Pride, perdendo l’occasione di divertirsi empatizzando proprio con quel pride, quel orgoglio, sopra le righe del buoncostume.
All’ultimo un sorriso per la giovane e fantastica Victoria De Angelis, vera anima dei Måneskin (in danese chiaro di luna) – forse il fenomeno italiano di maggior rilievo internazionale nella storia della musica pop, tanto mal giudicati, di nuovo, per i comportamenti e gli abiti esagerati – che ad una domanda del giornalista che ne chiedeva conto, ha risposto così: «Trucco e vestiti mi aiutano a sentirmi meglio con me stessa, più figa».

Al minuto 1:22:19 il discorso tenuto da Emma Ruzzon – Presidentessa del Consiglio degli Studenti dell’Università di Padova

Sabato, 21 maggio 2022 – n° 21/2022

In copertina: la band dei Måneskin – opera propria CC BY-SA 4.0

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