Senza tempo
Domenico Jodice, in arte Mimmo, nasce a Napoli nel 1934, nel rione popolare la Sanità, un quartiere non senza difficoltà che si ripercuotono anche nella sua infanzia e adolescenza. Jodice si avvicina molto giovane al disegno, la pittura e alla fotografia, con cui esplora e “vede” i soggetti dei suoi futuri affascinanti scatti.
Nella sua lunga ricerca artistica, Jodice si evolve in un rappresentante della fotografia contemporanea, tra i maggiori fotografi riconosciuti internazionalmente del 1900, catturando la grafia della luce con immagini analogiche, attraverso fotocamere di medio-grande formato 6×6 e 6×9 (le mitiche Hasselblad!), quasi esclusivamente realizzate in bianco e nero e stampate con le proprie mani. Intere nottate passate in camera oscura per perfezionare, attraverso mascherature mirate, le piccole standardizzazioni luminose esposimetriche delle riprese fotografiche.
Jodice ha praticato fino ad oggi una fotografia propriamente artigianale, ormai scomparsa, sostituita già almeno da due decadi con le fotocamere digitali e la postproduzione computerizzata. Due mondi – l’analogico e il digitale – che si avvicinano solo perché per entrambi si usa lo stesso termine “fotografia”, ma totalmente differenti nei modi, e spesso anche nei risultati. Un discorso a parte si dovrà intraprendere per le immagini create con l’Intelligenza Artificiale, per cui non si potrà più neanche utilizzare il termine “fotografia”, un nome che deriva dal greco, luce (φῶς, phṑs) e grafia (γραφή, graphḕ), che significa “scrittura con la luce”.
In mostra al Museo Bardini di Firenze, fino al 14 luglio, sono esposte 80 opere del fotografo napoletano, tra cui una sezione dedicata alla scultura di Michelangelo Buonarroti, da cui Jodice ha tratto grande ispirazione per le espressioni dei volti dei personaggi riprodotti in marmo dal grande scultore fiorentino, e che lui è riuscito a fotografare con uno sguardo molto raffinato, nella loro originaria bellezza. Una serie realizzata alla fine degli anni ’80 per il volume di “Michelangelo scultore” a cura di Eugenio Battisti edito da Guida Editori nel 1989. Le fotografie furono esposte solo nel 1990 a Napoli, a Palazzo Serra di Cassano e sono a Firenze per la prima volta.
Mimmo Jodice, alla fine degli anni Sessanta è già un nome conosciuto tra gli avanguardisti nazionali e internazionali ed ha presieduto la prima cattedra universitaria di fotografia in Italia, all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1970. E’ senza dubbio tra coloro che spingono perché la fotografia venga inserita tra le arti visive, esposta nelle gallerie, definita poi “ottava arte” (la fotografia, in Italia, vede nascere la sua tutela editoriale alla fine degli anni 70 con l’entrata in vigore del d.p.r. 8 gennaio 1979, n. 19 che modificò la Legge Autore del 1941).
In mostra al Museo Villa Bardini, immagini scattate tra il 1964 e il 2011, che ripercorrono i più importanti temi del lavoro artistico di Mimmo Jodice, suddivise nelle sezioni Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura e Mari.
Le immagini avvolgono lo spettatore, paesaggi marini o scorci di Napoli, rarefatti, metafisici, che eludono la presenza umana, senza tempo, riflettendo in un certo qual modo anche le atmosfere dei dipinti di Giorgio De Chirico e René Magritte, tra i pittori preferiti di Jodice.
Oggi Mimmo Jodice ha 90 anni, ma i suoi occhi azzurrissimi emanano ancora grande passione e luce; lui stesso racconterà in un breve video, visibile durante il percorso espositivo, cosa ancora “vede” e cosa lo ispira.
Una esposizione che può risultare “commovente” – capace di smuovere l’animo umano – per la bellezza e la profondità semantica degli scatti fotografici presenti.
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A volte mi chiedo se altrove avrei sopravvissuto alla mancanza del mare. D’altra parte non sono andato a vivere a Milano o Parigi, anche perché non ce l’avrei fatta senza un elemento paesaggistico così forte e presente. Che cos’è per me? E’ un luogo privilegiato dove si incontrano realtà e sogno….(continua in mostra). Mimmo Jodice
https://www.villabardini.it – fino al 14 luglio 2024
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Sabato, 4 maggio 2024 – Anno IV – n°18/2024
In copertina: foto di Mimmo Jodice della serie “Anamnesi”