Le fil rouge de Montparnasse
di Annalisa Puccioni
Ai Granai di Villa Mimbelli – Museo civico “G.Fattori” di Livorno – è in corso la mostra dedicata all’artista francese Mira Maodus.
La mostra retrospettiva conta 35 opere, una sintesi delle mostre di Parigi e di Belgrado, e vuol far capire la sua evoluzione artistica, influenzata dagli studi a Francoforte, Venezia, Parigi e delle esperienze maturate durante i suoi viaggi, in particolare in Giappone.
L’esposizione, unica in Italia, s’inserisce in un ampio progetto internazionale “Celebratingmiramaodus 2022” – coordinato dalla livornese Silvia Pampaloni – per celebrare il suo ottantesimo compleanno Questo evento internazionale che celebra l’artista con mostre personali in Serbia, Bosnia Herzegovina, Canada e Giappone, in musei e gallerie pubbliche e private, è per ringraziarla del suo contributo alla storia dell’arte contemporanea.
Mira Maodus nasce nel 1942 in un campo militare italiano a Medak nei Balcani, dove la madre Sofija Testa – nipote dell’inventore Nikola Testa – era fuggita. Vive la sua giovinezza a Belgrado, oggi capitale della Serbia.
Fin da bambina è interessata all’arte, che non sviluppa per volontà della madre fino al 1965, momento che lascia la sua città per andare a studiare a Francoforte, alla Werkkunstschule e poi all’Accademia delle Belle Arti a Venezia. Dal 1972 frequenta l’Ecole Nationale Supèrieure des Beaux-Arts di Parigi, e ne 1978 si iscriverà all’Università degli Studi di Milano.
Ammiratrice del Rinascimento italiano, l’Espressionismo tedesco, il movimento d’avanguardia russo Cobra, in Giappone studia la calligrafia come forma d’arte.
L’inizio della sua carriera è caratterizzato da dipinti come i New Fauves; dagli Anni ’70 si dedica alla pittura astratta, accostando i tocchi di colore e giocando sui cromatismi.
Dal 1973 partecipa a numerose mostre collettive e personali in Francia, Serbia, Stati Uniti e Canada. E’ membro dell’Associazione ULUS (Associazione degli artisti Visivi della Serbia) e del La Maison des Artistes in Francia. Le sue opere sono in varie collezioni permanenti.
La mostra livornese, curata da Silvia Pampaloni e Veronica Carpita, si snoda con gli esordi figurativi ispirati dall’Impressionismo tedesco fino al all’Astrattismo della Parigi della metà degli Anni ’80, durante il quale ha cercato l’armonia della composizione. Le sue opere, caratterizzate prevalentemente da colori energici, comprendono lettere, parole, ideogrammi giapponesi, caratteri cirillici, cifre, simboli del passato che nascono sotto forme oniriche e colori vibranti.
A ispirare le sue opere sono le parole della grande poesia mondiale (Arthur Rimbaud, Paul Verlaine, Aleksandr Puskin, Salvatore Quasimodo, Jovan Ducic.
Non è un caso che questo evento è stato realizzato a Livorno dov’è nato Amedeo Modigliani e si è creato un fil rouge tra lei e l’artista livornese: “Tutto quello che amava Modigliani l’ho nel cuore.” ha detto l’artista emozionata in una intervista – “Quando ero bambina copiavo i quadri di Fattori. Esporre nella città di Modigliani e di Fattori mi da entusiasmo. Io sono nata in Italia” – ha sottolineato Mira Modous- “ Ho fatto l’Accademia delle Belle Arti e sono affezionata a Duccio, Piero della Francesca e Tiziano, hanno fatto opere di grande bellezza. L’Italia” – ha proseguito l’artista – è una casa, è come una mamma.”
Per quasi cinquant’anni Mira Maodus ha vissuto e lavorato nell’ultimo atelier d’artista della Cité Falguière a Parigi, o più semplicemente la cittadella per gli scultori, che vide artisti di tutto il mondo tra cui Gauguin, Modigliani, Soutine, Brancusi, Foujita. Qui visse l’artista russo Chaim Soutine e lo stesso Modigliani che nel cortile interno scolpì molte sculture tra cui “La Cariatide”.
Mira Modous ha cercato di salvaguardare la memoria di Atelier 11 – simbolo dell’epoca d’oro dell’Ecolè de Paris che rischiava di sparire. Pochi mesi fa l’Atelier 11 è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura francese.
Come ha detto Silvia Pampaloni: “Quando vedevo uscire le persone dalle mostre di Mira Maodus, erano tutte sorridenti. Questa mostra ha l’obiettivo di dare “bellezza a più persone possibili in un momento di preoccupazione come questo”.
Sabato, 12 novembre 2022 – n° 46/2022
In copertina: un dipinto di Mira Maodus