sabato, Dicembre 21, 2024

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Newroz – Capodanno curdo

Tra il terremoto e le elezioni presidenziali di maggio

Redazione di TheBlackCoffee

Ogni anno, all’equinozio di primavera, il popolo curdo festeggia la festa tradizionale del Capodanno, con grandi pire che bruciano, ricordando la leggenda di Kawa il fabbro, un gigante buono che liberò i Curdi dagli oppressori. Una festa di rinascita, come d’altronde avviene con l’arrivo della primavera.

Il Capodanno curdo 2023 è segnato dal terremoto, che ha colpito con particolare violenza nella regione curda della Turchia dove alcune delle città più densamente popolate, come Maraş e Semsûr, nelle province di Kahramanmaraş e Adiyaman, sono quasi completamente distrutte, ed anche in Kurdistan dell’Est, in Siria.

Il fuoco, simbolo del Newroz
Foto: Jan Kurdistan – CC BY-SA 2.0

Nonostante le migliaia di vittime del sisma, e tutta la repressione politica e la discriminazione sociale che i Curdi subiscono in Turchia, in Siria, in Iran e nell’area yazida in Iraq, il Newroz è un momento di grande sentimento unitario, sociale e politico, di resistenza, e sarà festeggiato come da tradizione, anche se in maniera più pacata, nel rispetto delle persone scomparse a causa del terremoto.

Secondo i numeri ufficiali sono morte circa cinquantamila persone, ma è ormai tristemente noto che decine di migliaia di persone sono ancora sotto le macerie dei palazzi crollati. Milioni rimangono senza casa. Centinaia di migliaia attualmente vivono nelle tende e milioni hanno abbandonato i loro paesi e città e si sono trasferiti in altre parti della Turchia, da amici e parenti.

Di fronte a un apparato statale per lo più inefficace che non è riuscito a rispondere ai bisogni delle persone in tutta la regione del terremoto, a speranza è arrivata con le decine di migliaia di volontari e attivisti provenienti da tutto il Paese e dal mondo che si sono mobilitati per missioni di soccorso e hanno costruito reti di solidarietà per fornire ogni tipo di aiuto alle vittime e le famiglie sfollate.

Sullo sfondo dell’oppressione politica e delle conseguenze devastanti del terremoto, lo spirito di lotta per la libertà e la sopravvivenza del popolo curdo rimane intatto.
In circostanze normali si accoglie il Newroz con grande gioia. Questa volta la celebrazione del Newroz servirà per commemorare i morti, esprimere la solidarietà a milioni di vittime che stanno cercando di sopravvivere e alzare ancora una volta la voce contro l’oppressione e la sistematica distruzione che vengono inflitte alla vasta minoranza curda, in Turchia circa 20 milioni di persone.

In questo contesto la resistenza dei Curdi sarà ancora più forte e determinata.

Le tendopoli governative del Ministero dell’Interno turco agenzia per le emergenze – AFAD Foto: M.T. (tutti i diritti riservati)

In Turchia, nel mezzo della crisi umanitaria, sociale ed economica, le elezioni presidenziali sono state fissate per il 14 maggio.

Durante la grande emergenza per il terremoto il governo di Erdoğan ha confiscato e monopolizzato gli aiuti e l’assistenza, per assicurarsi il sostegno politico alle prossime elezioni, ma ancor prima aveva iniziato a perseguire gli avversari politici; eclatante è stato il caso del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, del partito CHP, a dicembre 2022 condannato a due anni per offese al partito AKP, destituito dal suo incarico e bannato alle prossime elezioni. İmamoğlu era considerato il maggiore rivale di Erdoğan.

Caso a parte è la guerra che viene portata avanti contro il partito pro-curdo HDP – Partito democratico dei popoli – che conta circa 10 milioni degli elettori della Turchia, e oppositore al partito di governo AKP.

Il 17 marzo 2021, l’ufficio del Procuratore generale della Turchia intenta una causa per chiudere il partito HPD, davanti alla Corte costituzionale turca. In conseguenza, il 5 gennaio 2023 – qualche mese prima dalla data delle elezioni – la Corte costituzionale decide di congelare i conti bancari di HDP e di bloccare la sua quota di fondi pubblici per la campagna elettorale, pari a 539 milioni di lire turche – 28,7 milioni di dollari.

Il processo per mettere al bando l’HDP sta ora entrando nella sua fase finale. L’11 aprile, poche settimane prima delle elezioni, la Corte costituzionale ascolterà le argomentazioni dei co-presidenti di HDP, Pervin Buldan e Mithat Sancar, contro la sospensione del finanziamento del partito e il tentativo di scioglierlo. La sentenza potrebbe essere pronunciata in qualsiasi momento prima delle elezioni.

Il caso di chiusura è il culmine di una campagna statale contro l’HDP iniziata nel 2015, quando è entrato per la prima volta in Parlamento come partito indipendente. Da allora, migliaia di membri del partito, compresi i suoi ex copresidenti e diversi sindaci eletti, sono stati arrestati con pretesti inconsistenti e sostituiti con fiduciari statali.

La possibilità che il terzo più grande partito del paese in parlamento – che ha rappresentato oltre il 10% del voto popolare nelle ultime due elezioni generali – possa essere bandito in modo permanente, a così breve distanza dalle prossime elezioni, mette la democrazia turca in grave pericolo. Il partito HDP si batte per una Turchia democratica e inclusiva, con libertà, uguaglianza e giustizia per tutti. Rappresenta l’ecologia, l’emancipazione femminile e la coesistenza pacifica di diversi gruppi etnici e religiosi.

A soli due mesi dalle elezioni, il Partito Democratico dei Popoli non sa ancora se potrà partecipare o meno alle elezioni a causa di questa mira politicamente motivata, un tentativo di togliere ad HDP il diritto di espressione e la partecipazione alle elezioni.

La Corte costituzionale turca ha anticipato all’11 aprile la data per l’udienza della difesa sul caso di chiusura di HDP, mentre erano stati richiesti dai legali del partito almeno tre mesi di tempo per preparare il fascicolo.

Nel frattempo, il 9 marzo, la Corte Costituzionale ha revocato il blocco dei conti di HDP dove vengono trasferiti gli aiuti di tesoreria. Anche se questa decisione può sembrare un miglioramento nella causa legale del Partito Democratico dei Popoli, ciò non significa che potrà partecipare alle elezioni o che non venga deciso di scioglierlo definitivamente.

Sabato, 18 marzo 2023 – n°11/2023

In copertina: abiti tradizionali femminili curdi delle feste – Foto: Kurdirasti CC BY-SA 4.0

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