“Tutto ciò che è, è nella natura”
di Annalisa Puccioni
Presso la Biblioteca del Museo Civico G. Fattori di Livorno, Gianni Schiavon – dottore di Ricerca in Storia delle Arti Visive – ha dedicato un incontro all’artista torinese Piero Gilardi, di cui si sta tenendo una mostra personale al Museo della Città.
Nato a Torino nel 1942 Piero Gilardi è un artista italiano tra i più conosciuti a livello internazionale.
Figlio di madre pittrice, terminò i suoi studi in architettura e volle portare la tecnologia nell’arte. Conosciuto come scultore, è piuttosto un artista di culto, di arte povera, che ottenne grande fama con i Tappeti natura del 1965, opere realizzate in poliuretano espanso – il poliuretanismo – che riproducono fedelmente, in modo realistico frammenti di ambiente naturale sia per scopo ludico, sia per come denuncia verso uno stile di vita ritenuto artificiale.
I Tappeti sono stati esposti ad Amburgo, Amsterdam, Bruxelles, Colonia, Milano, New York e Parigi. La sua opera Greto di Torrente è stata ispirata durante una passeggiata lungo le sponde di un fiume che aveva sulle sue rive dei rifiuti urbani aggrovigliati e sparpagliati e volle ricreare quel paesaggio desolante senza i rifiuti, facendone un tappeto con le forme dei sassi in gommapiuma.
Nell’ottobre del 1963 espone alla Galleria L’Immagine di Torino con Macchine per il futuro, marchingegni che già rappresentavano la vita in una futura civiltà cibernetica.
Nel 1965 partecipa a una collettiva di Carena, Castellani, Fontana, Gilardi, Pistoletto da Sottsass da Sperone con Trilite spezzato che anche lui stesso ha ammesso “un gesto dadaista e radicalmente antiestetico….rottura con la tradizione della rappresentazione e dall’umanesimo”.
Ricordiamo i vestiti Stati d’animo fatti in poliuretano.
Siamo nel 1966 quando si fa conoscere al pubblico con una mostra personale nella Galleria Gian Enzo Sperone a Torino dove, prima di lui, esposero artisti noti come Michelangielo Pistoletto, Endy Warhol, Antonio Carena, Ettore Sottsass, Jim Dine,ecc. Instaura nuove amicizie con artisti della Pop Art americana, creando un ponte anche con Parigi e il Nouveau Rèalisme, supportato da Ileana Sonnabend e la sua famosa galleria parigina.
Quello che stimola interesse per questa nuova tecnica artistica è nella rappresentazione della nuova concezione ecologica, che fa diventare necessario l’impiego “ riparativo” delle bio-tecnoscienze per ripristinare i sistemi ecologici e le biodiversità.
Un immersione in quella definita “Arte Povera” , che vuol rappresentare la quotidianità, il vissuto dell’esistenza….ma che e’ a se stante dalle coeve ricerche “poveriste”.
Nel 1994 l’artista definiva la classificazione delle sue opere “spinosa” insicuro che i lavori potessero essere considerati “un’espressione di ecologismo ante-litteram, oppure solo un paradigma di artificialità”, consapevole che il problema di quel momento storico era la frattura tra la società industriale che era alle spalle e la natura “che abbiamo visto morire sotto l’effetto dell’inquinamento”.
Dal 1968 agli Anni ’70 la sua produzione artistica si affianca con la militanza della “nuova sinistra”, interessandosi ai movimenti artistici della creatività collettiva e spontanea operando in vari ambiti sociali. Vive esperienze creative anche in Nicaragua, in vari Paesi dell’Africa e nei territori dei Nativi americani negli Stati uniti.
Pubblica un racconto del percorso artistico dal 1981. Nel 1985 elabora il Progetto IXIANA presentato al Parc de La Villette di Parigi, immaginando un parco tecnologico dove il pubblico sperimenta in senso artistico e le tecnologie digitali.
Negli ultimi anni sviluppa delle installazioni interattive multimediali con una importante e intensa attivita’ internazionale.
Tra gli ultimi lavori il tema principale è l’interazione tra opera e spettatore.
Finalmente dopo sei anni di lavoro il progetto più ambizioso per l’artista è stato portato a realizzazione, ovvero il Parco Arte Vivente della città di Torino; isola naturalistica in un quartiere operaio con alta densità edilizia ed abitativa pensato come “ teatro di una processualità estetica e cognitiva coinvolgente e interattiva” . E’ un laboratorio di confronto e reciprocità tra visitatore, elementi naturali e procedimenti creativi durante un’attività quotidiana che crea e trasmette una coscienza propriamente ambientalista. Contribuiscono allo scopo gli interventi di artisti legati alla poetica ecologista per sviluppare, sostenere e consolidare i temi sulla bio-arte, espressione artistica con al centro la vita, gli organismi e i processi vitali che servono per realizzare l’opera stessa.
Oltre a inaugurare l’antologica presso il Museo della Città di Livorno, Gilardi è celebrato nella grande personale Tappeto-Natura alla Magazzino Italian Art Foundation di New York.
L’esposizione rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2023 – Museo della Città. Bottini dell’Olio – Piazza del Luogo Pio, 19 – Livorno
Sabato, 1 ottobre 2022 – n° 40/2022
In copertina: OGM Free, 2014, installazione, poliuretano espanso – Foto: Fondazione Centro Studi Piero Gilardi