redazione di TheBlackCoffee
Il primo di febbraio, il Dipartimento di Stato americano ha annunciato la lista dei vincitori dell’annuale Premio Global Human Rights Defender.
Nel comunicato si riporta che “proteggere e sostenere i difensori dei diritti umani rimane una priorità fondamentale della politica estera degli Stati Uniti, come parte integrante della democrazia, dell’accesso alla giustizia, di una vivace società civile, della prosperità economica e sostenibilità ambientale.“
Mentre nel 2023 si celebra sia il 75° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che il 25° Anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, si onora la coorte dei vincitori: dieci persone provenienti da tutto il mondo che hanno dimostrato leadership e coraggio promuovendo e difendendo nel contempo i diritti umani e le libertà fondamentali; contrastato ed esposto violazioni dei diritti umani da parte di governi e imprese; e azione di mobilitazione per proteggere l’ambiente, migliorare la governance, garantire la responsabilità e porre fine all’impunità.
La coorte di quest’anno rappresenta difensori con background diversi e potenziale di vasta portata. A partire da chi lavora per combattere il negazionismo della schiavitù, per promuovere le elezioni e i diritti del lavoro, tutti i premiati incarnano i valori sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Questi premi sono determinati dal Bureau of Democracy, Human Rights, and Labor.
Tra le premiate troviamo l’iraniana Nasrin Sotoudeh.
La signora Sotoudeh è un importante avvocatessa iraniana per i diritti umani e attivista di primo piano. Ha rappresentato attivisti e politici dell’opposizione iraniana incarcerati a seguito delle contestate proteste a favore della democrazia del giugno 2009, minoranze religiose ed etniche che hanno subito persecuzioni, nonché prigionieri condannati a morte per crimini commessi quando erano minorenni. È stata spesso incarcerata dal 2010, anche in isolamento, e nel marzo 2019 è stata condannata a un totale di 38 anni di carcere e 148 frustate per aver prestato servizi di difesa legale a donne accusate di reati per non aver indossato l’hijab.
Sabato, 4 febbraio 2023 – n° 5/2023