venerdì, Novembre 22, 2024

Teatro & Spettacolo

Robbie Robertson

Folk, rock, blues, Martin Scorsese e la world music dei nativi americani

Redazione di TheBlackCoffee

Scompare a Los Angeles, all’età di 80 anni, dopo una lunga malattia, il chitarrista rock di origini canadesi Robbie Robertson.

Figlio di madre indiana Mohawk, nella sua lunga carriera di compositore, cantautore e chitarrista ha indagato e attraversato numerosi stili musicali, iniziando con il folk, per poi approdare al blues, al rock melodico ed alla world music dove forti sono stati i riferimenti alle sonorità dei nativi americani.

Robertson, aveva lasciato la sua casa di Toronto all’età di 16 anni per inseguire i suoi sogni rock’n’roll negli Stati Uniti.

Robertson fonda “The Band” con i canadesi Rick Danko, Garth Hudson e Richard Manuel e il batterista dell’Arkansas, Levon Helm. Originariamente soprannominati The Hawks come band di supporto per il rockabilly Ronnie Hawkins, il gruppo aveva attirato l’attenzione supportando Bob Dylan nei suoi tour Going Electric del 1965-1966.

Dopo aver cambiato il loro nome in The Band e essersi trasferiti a Woodstock, New York, sono diventati uno dei gruppi più importanti del rock. Il loro concerto d’addio del 1976 a San Francisco è divenuto la base della colonna sonora del film del 1978 di Martin Scorsese The Last Waltz.

Jaime Royal Robertson era nato a Toronto il 5 luglio del 1943. Sua madre, Rosemarie Dolly Chrysler, era una canadese indigena di discendenza Mohawk e Cayuga, e aveva sposato un militare dell’esercito canadese di nome Jim Robertson. Robbie Robertson in seguito aveva appreso che il suo padre biologico era un uomo che lui stesso descrisse come uno “squalo delle carte”, di origini ebraiche, di nome Alex Klegerman, ucciso in un incidente stradale prima della sua nascita.

Da ragazzo, Robertson rimane impressionato dalle sue numerose visite ai parenti nella riserva indiana delle Sei Nazioni nel Sud-ovest dell’Ontario, colpito dal fatto che tutti potessero suonare o cantare o ballare o fare qualcosa con la musica. «Vedere qualcuno seduto accanto a te su una sedia e sentire le loro dita che si muovono sullo strumento, e sentirli respirare mentre cantavano, tutto questo, mi dava i brividi – raccontò in un’intervista» .

Robertson si infatuò da molto giovane della chitarra, guadagnandosi in seguito la reputazione di chitarrista caldo durante il suo periodo con gli Hawks.

La rivista Rolling Stone nel 2015 lo aveva classificato al 59° posto nella lista dei 100 migliori chitarristi. Il suo stile musicale è stato dimostrato con grande effetto su brani quali “Jawbone” e “Smoke Signal”, ma già la famosa rivista musicale aveva elogiato tutta la band, fino dal loro primo album Music from Big Pink, del 1968.

Da primo album Music from the Big Pink del 1968

Nel 1976 The Band si scioglie, per ricostituirsi nel 1983 senza Robertson che continuerà la carriera da solista, ed un lungo rapporto di lavoro per la parte sonora della cinematografia di Martin Scorsese.

Negli Anni ’90 ci fu una lunga diatriba tra Helm e Robertson, per il copyright dei pezzi, che portò a molti dissapori tra i membri del gruppo e alla chiusura definitiva del gruppo musicale. Helm, Manuel e Danko sono poi scomparsi tutti precocemente per problemi di salute.

Dall’album Music for the Native Americans del 1984

Dopo tutti gli alti e bassi professionali e umani, Robertson ha guardato indietro ai suoi compagni con amore e affetto. «Nonostante tutta la turbolenza, mi rimane un profondo apprezzamento per il mio viaggio» – ha riportato nella sua autobiografia. «Questo brillante percorso che ho intrapreso facendo parte della Band – non ce ne sarà mai un altro simile. Un tale dono, un tale talento, un tale dolore, una tale follia… non lo scambierei per niente» – riferì all’agenzia Reuters.

Sabato, 19 agosto 2023 – n°33/2023

In copertina: Robbie Robertson negli anni 2000 – Foto: Robbie Robertson.com

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