La vicenda dei migranti della Ocean Viking
di Elio Sgandurra
Di fronte alle “grandi manovre” messe in atto dal nostro Governo sulla pelle di esseri umani migranti, ho cercato di trovare invano in un virtuale “vocabolario delle parolacce” un termine che si adattasse bene ai nuovi condottieri della Cosa pubblica italiana: alla fine, per evitare il turpiloquio mi sono limitato a definirli “apprendisti stregoni in camicia nera”.
Mi riferisco alla vicenda della Ocean Viking, la nave con 234 profughi raccolti nel Mediterraneo che dopo il respingimento italiano, si è diretta verso il porto di Tolone dove finalmente ha potuto attraccare e far sbarcare i naufraghi. Era stato il governo francese ad accoglierli mostrando buona volontà verso gli appelli di Roma.
E i nostri governanti che cosa hanno fatto? Invece di ringraziare il presidente Macron e il suo Governo, hanno pensato di mostrare i muscoli, con il solito Salvini in testa che si è vantato di una inesistente vittoria con queste parole: «Bene così, l’aria è cambiata!». Il vice premier invece di fare il ministro delle Infrastrutture al quale è stato assegnato, si è di nuovo impossessato di un altro dicastero, quello degli Esteri. Ma perché non gli dicono di smettere di sputare sentenze? Eppure nella Lega esistono persone con un quoziente di intelligenza più alto del suo in grado di farlo tacere.
Non finisce qui perché Antonio Tajani, vero ministro degli Esteri, ex presidente del Parlamento europeo, quindi avvezzo alla diplomazia, se ne è uscito con un’altra “bella” frase: «La fermezza paga!».
Insomma il Governo ha pensato di “spezzare le reni alla Francia” ma gli è andata male perché è stata la Francia a spezzarle a noi tirando fuori immediatamente il suo orgoglio nazional-populista molto più deciso di quello dei nostri principianti della politica. Morale? Macron ha subito minacciato il ritiro dell’ambasciatore e ha deciso di non accogliere i 3500 migranti che entro la prossima estate sarebbero stati trasferiti dall’Italia in Francia grazie all’accordo tra la precedente ministra Lamorgese e la collega d’Oltralpe. Alla rabbia dell’Eliseo si è aggiunta anche quella ultranazionalista e sciovinista di Marine Le Pen e del suo partito, il Rassemblement National, amico – ormai ex? – di Fratelli d’Italia.
Così in pochi giorni l’amicizia tra i due Paesi è stata di nuovo compromessa dopo la ricucitura effettuata da Draghi di un’altra crisi provocata nel 2019 dal governo “Conte Uno” – alleato con la Lega – quando il vice premier Luigi Di Maio andò a Parigi a dar man forte alle proteste dei gilet gialli contro il Governo Macron. Allora l’ambasciatore francese fu richiamato immediatamente in patria.
Ormai siamo in mano a dei principianti capaci soltanto di commettere gaffe una dietro l’altra con la presunzione di essere all’altezza di gestire il potere attraverso scelte politiche assurde e con smargiassate che hanno irritato non solo i francesi ma anche i vertici di Bruxelles. Forse hanno ottenuto applausi dai loro elettori, ma sono applausi da “Bar Sport” nati da una ubriacatura che speriamo finisca presto.
Sabato, 12 novembre 2022 – n° 46/2022
In copertina: la Ocean Viking in navigazione – Foto: Anthony Jean/SOS Mediterranée