lunedì, Dicembre 23, 2024

Notizie in breve

Rompere il silenzio sull’invasione turca del Kurdistan meridionale

redazione di TheBlackCoffee

Comunicato del Congresso Nazionale del Kurdistan

Mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan sta cercando di svolgere il ruolo di mediatore nella guerra in Ucraina e di presentarsi come un pacificatore, allo stesso tempo ha lanciato una rinnovata offensiva militare su larga scala contro il Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale), un’altra campagna bellica – non provocata – delle forze armate turche per invadere, spopolare e occupare più aree entro i confini iracheni.

Ancora una volta, il vero volto di Erdoğan, quello di aggressore ed occupante, può essere palesemente osservato e smascherato nella regione curda. La politica di negazione e di guerra contro il popolo curdo è un principio centrale dello stato turco e della leadership di Erdoğan, mentre i suoi sforzi ‘trasparenti’ per agire come mediatore sulla scena interna servono solo a distrarre dal ruolo distruttivo che egli continua a svolgere in Turchia, in Kurdistan e in tutta la regione.

Il 17 aprile lo Stato turco ha lanciato una nuova campagna militare volta ad occupare le aree di Şikefta Birîndara, Kurêjaro (Kurazhar) e Çiyayê Reş nella regione dello Zap nel Kurdistan meridionale. In questa campagna bellica ‘illegale’ transfrontaliera le forze armate turche hanno utilizzato artiglieria pesante, aerei da guerra, droni ed elicotteri ed il trasporto aereo di forze di terra in elicottero nella Regione, come parte di un’offensiva di terra parallela.

Dalla regione dello Zap, le forze turche mirano a estendere ulteriormente la loro occupazione nelle regioni di Metîna e Avaşîn-Basyan. L’uso di armi pesanti e le forze di terra rappresentano una grave minaccia per l’intera area e l’unità tra i Curdi in tutte le parti del Kurdistan: la diaspora è l’unica risposta a questa aggressione. Le recenti celebrazioni del Newroz – Capodanno curdo – del 21 marzo hanno visto la proclamazione di una posizione di unità nazionale curda ed oltre 10 milioni di Curdi nel Kurdistan settentrionale e in Turchia hanno inviato un chiaro messaggio a Erdoğan che non si sarebbero piegati alla sua brutalità o alla sua politica di annientamento.

Milioni di Curdi hanno fornito alla Turchia un percorso verso la pace ed hanno espresso ai popoli della Turchia e del mondo che la libertà del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan aprirà la strada alla pace in Turchia ed oltre. Le apparizioni pubbliche con alcuni politici curdi del Kurdistan meridionale (Iraq) non aiuteranno Erdoğan a nascondere la sua ostilità nei confronti del popolo curdo, poiché il suo track record di aggressione contro questo popolo, in varie parti del Kurdistan, è ben consolidato.

Le recenti celebrazioni del Newroz hanno mostrato la realtà della coscienza nazionale curda e le proprie aspirazioni alla libertà. Dopo il Newroz, le torture e gli omicidi di prigionieri politici curdi sono aumentati, così come gli attacchi agli uffici del progressista Partito democratico dei Popoli (HDP) e gli arresti di coloro che hanno partecipato alle stesse celebrazioni del Newroz. Nel frattempo, anche in Rojava e in Siria settentrionale e orientale, si sono intensificati gli attacchi aerei turchi contro i Curdi.

Erdoğan sta attualmente affrontando molte crisi interne, inclusa una terribile situazione economica, e sta disperatamente cercando di evitare la sua caduta intensificando la guerra dello Stato contro la popolazione curda per raccogliere sostegno nazionalista in patria, mentre lavora per rafforzare la posizione della Turchia nell’arena diplomatica internazionale tramite il tentativo di svolgere il ruolo di mediatore nella crisi ucraina e rivendicare una posizione geostrategica unica tra NATO e Russia.

Se il mondo continua a chiudere un occhio sull’aggressione di Erdoğan, assisteremo ad un aumento degli spargimenti di sangue, degli sfollamenti e dell’instabilità in tutto il Kurdistan e in Medio Oriente.

Il Consiglio esecutivo del Congresso nazionale del Kurdistan con un comunicato del 18 aprile 2022, chiede di rompere il silenzio sull’invasione turca del Kurdistan meridionale ed agire!

«Chiediamo a tutti i governi e alle organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, la NATO, l’UE, il Consiglio d’Europa e la Lega araba, di intraprendere un’azione urgente contro questa violazione del diritto internazionale, di condannare inequivocabilmente questo crimine di aggressione e di chiedere che la Turchia ritiri le sue truppe dal Kurdistan meridionale».

«Chiediamo ai partiti politici, alle organizzazioni per i diritti umani, alle organizzazioni per la pace, ai sindacalisti e agli attivisti di opporsi a questa aggressione ed occupazione turca».

Intanto – come riporta Adnkronos – Erdoğan ha parlato di “sicurezza dei loro confini”, ed ha accennato a nuove operazioni militari contro il Pkk e le Ypg in Siria. «Purtroppo, a prescindere da quello che facciamo all’interno del Paese (Turchia – ndr), non possiamo sradicare completamente i terroristi che si sono radunati al di là del nostro confine – ha detto il Presidente turco in quelle che appaiono come le dichiarazioni più incisive da molto tempo – gli insetti si riproducono sempre perché la palude non è prosciugata».

Il presidente iracheno Barham Salih ha chiesto la fine della nuova offensiva militare della Turchia nella regione del Kurdistan, descrivendo l’operazione come una chiara minaccia alla loro sicurezza e che l’operazione militare Claw-Lock – chiusura dell’artiglio – ha bombardato le terre irachene ingiustamente e senza causa reale.

Anche l’alleanza delle donne Women defend Rojava denuncia gli attacchi aerei della Turchia entro la Siria di Nord-est, dove sono già state colpite le aree di Til Temir e Kobanê, città simbolo della resistenza curda contro l’Isis. «L’invasione su larga scala della Turchia in collaborazione con il PDK – partito al governo nella regione curda irachena – era in vista da molto tempo ed è ora iniziata. Venerdì 15 aprile, il Primo ministro del partito PDK al potere nel Kurdistan meridionale – Masrour Barzani (https://www.theblackcoffee.eu/il-kurdistan-iracheno-fallira-a-causa-della-dittatura-che-stringe/) ha incontrato Erdoğan e il Capo del servizio di intelligence turco MİT. Adesso si riferisce che aerei da guerra turchi stanno decollando dalle basi militari nella Regione Autonoma curdo-irachena, che conferma ulteriormente la cooperazione dello stato turco e del PDK. Insieme alla guerra etnica e politica in Turchia, a lungo temuta si profila ora una guerra interna curda».

Il manifesto di Women defend Rojava

Sabato, 23 aprile 2022 – n° 17/2022

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