redazione di TheBlackCoffee
La Fatwa – la condanna a morte islamica per blasfemia – non ha date di scadenza.
Sembra questa la motivazione ‘morale’ per l’accoltellamento a New York dello scrittore indiano di cittadinanza britannica Salman Rushdie, che tanto agitò gli animi degli islamisti nel 1989, a causa della pubblicazione del suo volume “I versi satanici”, tantoché l’ayatollah iraniano Khomeini lanciò l’anatema, incitando i credenti musulmani ad uccidere l’uomo.
Allora fu emessa anche una taglia di tre milioni di dollari per chi fosse riuscito nell’impresa. Il libro era stato considerato altamente offensivo nei confronti del profeta Maometto.
Salman Rushdie – oggi settantacinquenne – è stato gravemente accoltellato a New York durante un convegno letterari da un giovane ventiquattrenne libanese di nome Hady Matar, già tratto in arresto dalla polizia.
Le agenzie di stampa danno Rushdie per essere in gravi condizioni, per recisioni ai tendini di un braccio, gravi ferite ad un occhio ed al fegato, per cui è già stato operato.
A causa del suo libro, e le manifestazioni di conservatori islamisti tenutesi in tutto il mondo nell’anno della pubblicazione, lo scrittore Salman Rushdie – che si è sempre dichiarato ateo – è stato da allora costretto a nascondersi e chiedere protezione alle forze dell’ordine.
Sabato, 13 agosto 2022 – n° 33/2022