lunedì, Dicembre 30, 2024

Teatro & Spettacolo

Santa Giovanna dei Macelli

Un classico brechtiano riletto al presente

di Laura Sestini

In prima assoluta, al Teatro Arena del Sole di Bologna, è andato in scena il nuovo lavoro della Compagnia ravennate ErosAntEros, formata da Davide Sacco e Agata Tomšič.

Un lungo atto unico, per il classico del ‘900, Santa Giovanna dei Macelli, tratto dal testo drammaturgico di Bertolt Brecht, scritto 1932 e presentato all’epoca come radiodramma, per poi giungere in teatro, in Germania, solo negli anni ’50.

Santa Giovanna dei Macelli ha chiuso il Focus Lavoro, un palinsesto immaginato da ERT – Emilia Romagna Teatro – per la città di Bologna, che ha avuto inizio a gennaio con spettacoli e attività culturali dedicate, portando sul palcoscenico i temi dell’economia, la speculazione finanziaria, lo sfruttamento dei lavoratori.

La famosa opera di Brecht è ambientata originariamente nel contesto della profonda crisi economica del 1929. Sviluppatasi negli Stati Uniti con il crollo della Borsa di New York, in breve raggiunse l’Europa per i legami che il Vecchio Continente e la Germania di Brecht, intrattenevano con i mercati americani. La Grande Depressione divorò migliaia di aziende in entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico, un vortice economico negativo che generò disoccupazione, povertà, fame vera, giungendo dritta fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

La rivistazione drammaturgica di ErosAntEros, su Santa Giovanna dei Macelli, trasferisce l’ambientazione della grande crisi economica e del mercato del lavoro del 1929 con uno sguardo al presente. Sebbene siano intercorsi 90 anni dalla Santa Giovanna brechtiana e nonostante le enormi trasformazioni del mercato del lavoro e della finanza capitalista-neoloberista in cui ci troviamo oggi, era post-fordista, i due periodi storici dimostrano di avere ancora caratteristiche in comune.

Da sx: /Slift/Blaž Šef; Mauler/Danilo Nigrelli; Giovanna Dark/Agata Tomšič
Foto: Daniela Neri

La prima scena apre lo spettacolo con una scenografia di grande pulizia estetica, inaspettata, minimalista, ridotta ai colori nero e rosso e una vasca da bagno trasparente, dove si rilassa lussuriosamente Mauler/Danilo Nigrelli, grande imprenditore tedesco di carne in scatola. Parla tra sé, riflette sulla situazione delle sue finanze, sul valore economico della sua azienda che scende vorticosamente. Il mercato è in-fermo, le fabbriche chiudono per nuovi orizzonti finanziari, il popolo degli operai è in agitazione.

Un veloce ologramma riflette “Insorgiamo”, lo slogan coniato dai lavoratori ex-GKN di Campi Bisenzio – ormai divenuto internazionale – che lottano contro le speculazioni finanziarie di fondi azionari, scaltri industriali e paraventi istituzionali, per proteggere il loro posto di lavoro, licenziati in massa, 422 persone, con una semplice email nel luglio 2021.

Il testo drammaturgico di ErosAntEros è multilingue, in italiano, sloveno, tedesco e inglese – perché nel mondo globalizzato bisogna essere uniti per salvarsi dalla sopraffazione e dalla violenza – con sovratitoli in italiano e inglese disponibili sul leggero tessuto di proiezione video che divide gli attori dalla iconica band slovena Laibach – gruppo definito di industrial music dalla imponente discografia – che improvvisamente irrompe in scena con sonorità apocalittiche, anche nei decibel. Lo shock drammaturgico è forte, anch’esso inaspettato, dirompente, di scontro rispetto alle più pacate scene iniziali. La musica dal vivo dei Laibach sosterrà tutti i punti salienti della rappresentazione teatrale, sempre impattante, volutamente disturbante alle orecchie degli spettatori, nel tentativo, forse, di risvegliarne la sopita coscienza causata dal benessere consumistico.

Giovanna Dark/Agata Tomšič
Foto: Daniela Neri

Tra le somiglianze del mondo del lavoro e della finanza di ieri e di oggi, un elemento caratteristico che pare non avere sintomi di crisi è la pratica speculativa, sugli stipendi dei lavoratori, sulla sicurezza del lavoro, sulla finanziarizzazione dei capitali, complici anche i paradisi fiscali, che ha infiniti percorsi di escamotage per estrarre valore finanziario, ovunque poggi la sua mano.

La crisi economica è profonda nel 1929, e pur oggi, meglio mascherata ma non meno pericolosa, molti i settori occupazionali a livello globale che riducono i posti di lavoro. Mauler tenta di salvare capitale e autorevolezza nel settore della carne mondiale, dove ha investito il suo denaro; ma anche se appare più docile all’apparizione di Giovanna Dark/Agata Tomšič – personaggio basato sull’ispirazione di Brecht tratta dall’eroina francese Jeanne d’Arc vissuta nel 1400, poi santificata nel 1920 – una giovane donna appartenente ad una organizzazione religiosa, sul modello dell’Esercito della Salvezza, i Black Hats, che cerca di alleviare le preoccupazioni dei lavoratori ridotti alla fame, cercando di procurargli qualche pasto e sostenendoli mentre protestano contro le ingiustistie subite fuori dai cancelli delle fabbriche chiuse.

Mauler mentre cerca di risalire la china e riavviare la produzione, finge anche a se stesso la sua avidità: agli occhi del pubblico in sala appare dubbioso, sensibile al messaggio di amore divino e di pace che cerca di divulgare l’ingenua Giovanna Dark. E solo alla fine mostrerà definitivamente la sua vera personalità. Il suo consigliere personale e intermediario nelle speculazioni sul mercato della carne, Slift, appare anche più glaciale, privo di umanità.

Una scena importante della performance è quella che tratta della sicurezza sul lavoro. Durante una temporanea riapertura della fabbrica, un operaio cade in un bollitore della carne; nessuno ha visto cosa sia accaduto, tantoché la direzione tenta di far sparire i suoi abiti sporchi di sangue, mentre nauseanti immagini di quarti di manzo, tagli di carne e polli spennati appesi alla catena di montaggio, invadono gli occhi degli spettatori.

La soluzione per far sparire le tracce dell’operaio vittima sul lavoro è assumere subito qualcun altro ridotto alla fame in cerca di qualche giorno di lavoro e di sopravvivenza che lo sostituisca. Il nuovo arrivato forse immagina qualcosa, ma per silenziare lo stomaco non fa domande, e sovrappone i suoi passi allo sconosciuto collega finito nella carne inscatolata.

Santa Giovanna dei Macelli è un dramma che si confà egregiamente ai tempi correnti del mercato del lavoro. La scelta di ErosAntEros è sicuramente azzeccata per tematica, sebbene non sia nuova la loro attenzione agli scritti di Brecht.

Lo spettacolo è vivace, ampiamente multimediale, con anche scene proiettate in simultanea dalle riprese di uno smartphone nelle mani di Slift/Blaž Šef che insegue i movimenti scenici di Mauler. Numerose breaking news, per le ultime notizie economiche, imitano lo stile psichedelico mediatico americano; il rosso e il nero – la passione e la morte, ma tante potrebbero essere le contrapposizioni – sono i colori dominanti, che non lasciano spazio ad altri sentimenti, non ci sono vie di mezzo, la lotta è tra la vittoria e la sconfitta, un’istanza che riguarda soprattutto gli esseri umani comuni, contro le ingiustizie, la retrocessione della democrazia e dei diritti, la distruzione degli ambienti naturali del Pianeta.

Una rappresentazione drammaturgica di 110 minuti, dove le due interpretazioni principali, Mauler e Giovanna Dark, sono importanti, puntuali e convincenti. L’uso dei differenti idiomi degli attori è accattivante: oltre a dare un visione più ampia della società globale, ricorda che ci sono tanti popoli differenti che abitano la Terra, ma sempre più facilmente le questioni principali della vita, le lotte per la sopravvivenza, sono comuni, mentre la politica cerca di mantenere separata la popolazione mondiale per convenienza economica, con strategie nazionaliste e razziste. Il gruppo musicale dei Laibach dovrà forse elevare ancor più i decibel dei suoi pezzi di musica sperimentale, per il risveglio delle coscienze dormienti o, molto peggiore, indifferenti.

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Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Arena del Sole – Via Indipendenza, 44 – Bologna

Giovedì, 18 aprile 2024 alle ore 20.30

Santa Giovanna dei Macelli

di Bertolt Brecht

ideazione, regia e spazio Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros
musiche originali dal vivo LAIBACH featuring Milan Fras (voce), Mina Špiler (voce, effetti), Bojan Krhlanko (batteria, percussioni), Rok Lopatič (tastiere), Vitja Balžalorsky (chitarra, effetti) composte da Matevž Kolenc
dramaturg Urška Brodar, Florian Hirsch, Aldo Milohnić, Agata Tomšič

con Klemen Kovačič, Danilo Nigrelli, Ivan Peternelj, Katarina Stegnar, Blaž Šef, Agata Tomšič, Matija Vastl
in video Felix Adams, Marco Lorenzini, Maximilien Ludovicy-Blom, Wolfram Koch, Pitt Simon, Philippe Thelen
in audio Boris Kos, Robert Prebil, Matej Recer, Klemen Ulrih, Vito Weis
progetto video Akaša Bojić e Luka Umek / Komposter
disegno luci Vincenzo Bonaffini
costumi Arianna Fantin

assistente alla drammaturgia e alla regia Ula Talija Pollak
consulenza linguistica Mateja Dermelj

direttore tecnico Massimo Gianaroli
direzione di scena Liam Hlede
capomacchinista Alfonso Pintabuono
attrezzista Luca Piga
capo elettricista Lorenzo Maugeri
fonico Andrea Melega
sound engineers Laibach Matej Gobec, Marko Turel
tecnico video Salvatore Pulpito
sarta Eleonora Terzi
sovratitoli Tina Malič

allestimento scenografico realizzato dal Laboratorio di Scenotecnica di ERT
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
macchinisti costruttori Sergio Puzzo, Davide Lago, Veronica Sbrancia, Tiziano Barone
scenografe decoratrici Ludovica Sitti con Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Bianca Passanti

macchine sceniche Roberto Riccò
costumi realizzati da Eleonora Terzi

foto di scena Daniela Neri

si ringrazia Stella Riolino per l’assistenza durante le prove in Lussemburgo

Produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Slovensko Mladinsko Gledališče in collaborazione con Cankarjev Dom, TNL – Théâtre National du Luxembourg, ErosAntEros – POLIS Teatro Festival, Teatro Stabile di Bolzano

Sabato, 27 aprile 2024 – Anno IV – n°17/2024

In copertina: Danilo Nigrelli; Blaž Šef; Agata Tomšič; la band slovena LaiIbach e Milan Fras – Foto: Daniela Neri

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