venerdì, Novembre 22, 2024

Italia, Politica

Sapere Aude!

Storie di maiali, filosofia, elezioni, futuro

di Giorgio Scroffernecher

Avviso subito: questo è un articolo fazioso e politicamente scorretto. Inoltre, per comprendere il senso del suo titolo, è necessario leggerlo fino quasi alla fine.

Il momento storico ha molti temi – spesso interconnessi – che friggono sui fornelli incandescenti della cronaca, inclusa quella elettorale.

Silvio Berlusconi: «È triste e preoccupante che si usi un cartone animato per veicolare una visione ideologica delle famiglie e la sessualità. Il caso del cartone animato Peppa Pig, trasmesso dal servizio pubblico, si inserisce in questo clima culturale sbagliato».
Matteo Salvini: «Lascerei ai bimbi il diritto di godersi i cartoni animati senza che ci siano innovazioni che interessano più gli adulti dei bimbi».
Giorgia Meloni: «Si rischia di voler per forza imporre concetti che è un po’ presto per metabolizzare. Non ci sono le famose fobie che qualcuno ritiene», parole moderate, come suo nuovo costume di Presidente del Consiglio in pectore, dopo che il suo responsabile cultura, Federico Mollicone, ha inveito «È inaccettabile la scelta degli autori del cartone animato Peppa Pig di inserire un personaggio con due mamme. Ancora una volta il politicamente corretto ha colpito e a farne le spese sono i nostri figli. Chiediamo alla Rai, che acquista i diritti sulle serie di Peppa Pig in Italia col canone di tutti gli italiani, di non trasmettere l’episodio in questione su nessun canale o piattaforma web».

Questa storia della Peppa è un po’ ridicola e un po’ drammatica. Ridicola per l’inserimento nobile in campagna elettorale di un altro maiale, drammatica perché palesa l’approccio ‘conservatore’ – quindi ideologico – con la realtà. Cosa che di per sé dovrebbe screditare per manifesta inadeguatezza, chiunque di questa parte politica si offra per ruoli di governo.

La realtà delle identità di genere è molto semplice e lineare, ricalca un cliché acquisito: due persone si amano, si uniscono in coppia stabile, hanno figli, invecchiano felicemente. Tutto il resto è solo arretratezza e rifiuto becero di quella che nella parte più ‘moderna’ del mondo è semplice normalità. La letteratura, la pubblicità, il cinema, la TV trattano da tempo le varie diversità di genere con semplicità sorridente. I conservatori, invece, denunciano il complotto ad opera delle lobby gay e transgender che vogliono indottrinare, in definitiva traviare, i giovanissimi della nostra Nazione. Giorgia Meloni che dei conservatori è presidente europeo, infatti ha detto «Sì alla famiglia naturale, no alla lobby Lgbt, sì alla identità sessuale, no alla ideologia di genere, sì alla cultura della vita, no a quella della morte».

Thorbjørn Jagland, membro del Partito Laburista norvegese, già Segretario Generale del Consiglio d’Europa, ha dichiarato: «I diritti delle persone LGBT sono diritti umani e non diritti speciali». Se guardi il mondo intero capisci quanto ha ragione. Sempre la privazione dei diritti umani fondamentali ha come apice feroce quella della libera identità di genere, da Putin/Kirill fino a Raisi/Khamenei.

Sapere Aude! è un’esortazione latina, traducibile in Abbi il coraggio di conoscere! O, anche, in Osa sapere!
Il filosofo Immanuel Kant ha fatto di Sapere Aude! Il motto dell’Illuminismo, il movimento culturale sorto nell’Europa del Settecento che ha riformato e continua a riformare il mondo puntando sulle capacità critiche e razionali dell’uomo.
Sapere Aude! È anche il titolo di un serial televisivo di Netflix, di stupenda realizzazione spagnola (sempre loro!) che consiglio vivamente agli amici e mi piacerebbe tanto mettere in obbligo di visione per chi si appresta a dichiararsi conservatore anche nell’urna.

La serie, ora alla sua seconda e ultima stagione di fresca disponibilità Netflix, è una rappresentazione totale e godibile di come è il mondo oggi, a partire da quello giovanile con tutte le sue passioni e contraddizioni. L’ambientazione principale è in una università di Barcellona, facoltà di filosofia. E, forse, è proprio la filosofia la protagonista principale come strumento di conoscenza e crescita. Le vicende muovono in un universo color catalano che include tutti, e tutti i temi umani nelle vite diverse dei differenti personaggi. La coppia con la sindrome di Down che vuole prender casa, la prof bravissima ma con qualche dipendenza, l’amore, il sesso in tutte le sue espressioni, la comprensione in tutte le sue possibilità trasformative. Infine, la realtà che resta tale, a volte dura, sempre luminosa e promettente.

Tornando a Kant: «Definendo che cosa si debba intendere con il termine “illuminismo”, il filosofo fa riferimento al rischiaramento prodotto dall’esercizio ‘pubblico’ della ragione, vale a dire dall’utilizzo pieno e libero di questa facoltà umana nell’ambito dello studio, della ricerca e della discussione. L’invito a diventare intellettualmente ‘maggiorenni’ e a usare le risorse della ragione risuona nell’esortazione latina citata da Kant: sapere aude, osa sapere». (DISF.org)

Quindi, per il prossimo 25 settembre: buon rischiaramento a tutti!

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Sabato, 17 settembre 2022 – n° 38/2022

In copertina: immagine Netflix di presentazione Merlì Sapere Aude

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