Aumenta la carenza di cibo e il caos
di Nancy Drew
“A Shangai, attanagliata dai ripetuti lockdown totalizzanti a causa dei nuovi contagi da Covid, ci sono più decessi per il blocco della città che per il virus.” E’ questo quanto riporta un articolo di un sito internazionale indipendente scritto da un’attivista di base ad Hong Kong.
A Shanghai il lockdown coinvolge 26 milioni di persone, ed è stato appena prorogato a tempo indeterminato fino a che l’ultimo focolaio di Omicron non sarà sotto controllo.
La prima chiusura totale era stata annunciata per il 27 marzo e avrebbe dovuto concludersi il 5 aprile. Tuttavia, il numero delle positività confermate era in aumento – registrando 17.077 casi alla data finale del lockdown – tantoché le autorità cittadine hanno deciso di praticare universalmente un’altra seduta di test, sperando di sopprimere l’epidemia con l’obiettivo politico e sanitario Zero-Covid.
Nel frattempo – secondo l’ultimo rapporto di Human Rights Watch – sotto la superficie apparente calma della città divenuta un deserto, la cittadinanza è confusa e preoccupata, poiché molti residenti in lockdown stanno finendo le scorte alimentari, gli viene negata l’assistenza sanitaria primaria e faticano ad accedere agli abituali beni di base della quotidianità.
Come è successo in altri Paesi, anche in Cina i difetti delle politiche a contrasto del Covid e le strade fantasma vengono censurate sui social media, ma il professore Weixian Pan – assistente presso la New York University a Shangai ha commentato su Twitter. “The romanticized mediation of the empty, quiet Shanghai erased the busy logistical/medical workers roaming through the city, and dismissed how messy and chaotic this moment really is. The city is now permeated with rage, exhaustion, and disappointment from the people #lockdown (trad: La narrazione mediatica romanzata della vuota e tranquilla Shanghai non menziona gli indaffarati operatori logistici/sanitari che vagavano per la città, mentre cela quanto sia disordinato e caotico questo momento. La città è ora permeata dalla rabbia, dalla stanchezza e dal disappunto della gente. #lockdown).
La chiusura totale ha fatto saltare la pianificazione logistica della città che sostiene le decine di milioni di residenti a soddisfare i loro bisogni primari. Quindi, molti si lamentano di essere incapaci a raggiungere i negozi e non ricevere razioni alimentari adeguate, mentre verdure e cibo sono lasciati a marcire per le strade per mancanza di operatori disponibili per la consegna. In conseguenza alla situazione si postano appelli contro la fame sui social media.
In alcuni centri di quarantena per pazienti asintomatici non ci sono abbastanza lavoratori
per distribuire cibo e provviste, che lasciano le persone a litigarsi per accaparrare le poche derrate alimentari che necessitano per la sopravvivenza. Di seguito è riportato un video clip condiviso dal fumettista politico Rebel Pepper – un esule cinese – che mostra il caos in cui si trova uno dei campi di quarantena nella parte orientale di Shanghai.
Nel periodo di lockdown sono scoppiati sempre più scontri con le autorità perché dei residenti hanno tentato di evadere dai distretti bloccati in cerca di cibo. Ancora una volta Rebel Pepper ha condiviso un video girato in una delle zone di contestazione.
Finora, le autorità hanno affermato che non ci sono stati decessi correlati al Covid nell’attuale ondata di focolai a Shanghai, ma le prove sembrano contraddire quanto riportato.
Un rapporto – ora censurato – del portale Caixin Global – mostra che 20 anziani sono morti in una struttura di cura a Shanghai durante il periodo. Alcuni lavoratori e anziani della struttura risultano ancora positivi al Covid-19. Un medico in prima linea a Shanghai ha riferito al sito di giornalismo investigativo Initium che il numero di decessi non correlati al Covid ha superato i decessi correlati al virus, poiché gli ospedali soffrono di carenza di operatori sanitari che sono in quarantena o mobilitati per praticare i tamponi per rilevare il virus. Inoltre, alcuni ospedali hanno rifiutato i pazienti che avevano bisogno di cure di emergenza perché non possedevano un risultato di test molecolare PRC negativo entro le 24 ore.
Il blogger cinese @fangshimin ha raccolto una serie di affermazioni – non tutte verificate – su decessi non correlati al Covid che circolano sul social WeChat, dove si narra come attualmente Shanghai sia un inferno sulla Terra. Un lavoratore dello staff di Beckman – un’azienda all’ingrosso – ha avuto un infarto ed è morto a causa del rifiuto dell’ospedale di salvarlo senza un test PCR. Un ex alunno dell’Università Tsinghua è morto perché nessuno lo ha più accudito dopo l’intervento chirurgico. Inoltre un bambino di 2 anni è deceduto durante la quarantena, poiché sua madre si era suicidata.
Molti altri cittadini sono indignati perché i bambini sono stati separati dai loro genitori , a causa di alcune regole imposte alla quarantena. Ciò viola anche la Convenzione sui Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite. Un video mostra dei bambini in quarantena.
Alla fine, il 4 aprile, le autorità cinesi hanno fatto alcune concessioni.
Nonostante la crescente frustrazione, però, non vi è alcuna indicazione che i blocchi draconiani finiranno presto, almeno non finché l’epidemia non sarà sotto controllo. Più di 10.000 lavoratori, compreso il personale militare dell’Esercito popolare di liberazione, sono stati schierati da altre province a Shanghai per assistere il lockdown.
Droni e cani robot sono stati visti vagare per la città vuota esortando le persone a
rispettare le restrizioni.
Il secondo lockdown di Shanghai è ancora in corso e il Caixin Global negli ultimi giorni riporta che i residenti si auto-organizzano per sopravvivere al caos.
Nel frattempo le piattaforme dei social media hanno allentato la censura sui singoli messaggi di persone che chiedono aiuto, ma le forti critiche alla politica del governo continuano a essere censurate.
Sabato, 16 aprile 2022 – n° 16/2022
In copertina: Immagine virale circolata sui social cinesi. Un frigorifero vuoto è stato messo su un balcone per protestare contro la carenza di cibo durante i lockdown.