Una questione millenaria
di Nancy Drew
Il desiderio di conoscere chi siamo e se siamo i soli abitanti dell’Universo è un quesito su cui gli esseri umani riflettono da migliaia di anni.
In effetti già centinaia di anni prima della nascita di Cristo, filosofi greci come Anassimandro ed Epicuro ipotizzarono che il Cosmo brulicasse di pianeti, molti dei quali, secondo loro, avrebbero potuto sostenere la vita.
Tuttavia, per molto tempo gli studiosi non sono riusciti ad andare oltre la mera discussione, almeno fino a quando non sono stati inventati i telescopi e sviluppato un corretto metodo matematico-scientifico di ricerca. Attualmente gli scienziati stanno andando molto spediti alla scoperta della vita aliena.
Anche il governo degli Stati Uniti sta prendendo sul serio gli UFO. Nel 2021, a seguito di un rapporto UAP – Unidentified Aerial Phenomenon – pubblicato dalla comunità militare e di intelligence della Difesa degli Stati Uniti, il Congresso ha sollecitato l’istituzione di un ufficio formale per svolgere uno “sforzo coordinato” sulla raccolta e l’analisi dei dati relativi agli UAP.
A dicembre 2021, il presidente Joe Biden ha firmato il National Defense Authorization Act da 768 miliardi di dollari per il 2022, che include l’istituzione dell’Airborne Object Identification e Management Synchronization Group (Gruppo di sincronizzazione per l’identificazione e la gestione di oggetti aerei), sebbene l’ufficio non si concentrerà esclusivamente sulla ricerca della vita extraterrestre.
«Lo sforzo per rilevare, tracciare e misurare il fenomeno UFO sul campo, in tempo reale, è recentemente entrato in una nuova fase» – riporta Mark Rodeghier, direttore scientifico del Center for UFO Studies di Chicago. «La tecnologia è migliorata, gli strumenti software sono migliorati e l’attuale interesse per gli UFO ha attirato nuovi professionisti qualificati. Di conseguenza, avremo ancora più prove che il fenomeno UFO è reale e può essere studiato scientificamente».
Tra gli appassionati di UFO si discute su quanto le agenzie governative sappiano di questi oggetti misteriosi e delle loro possibili origini. Le teorie del complotto sono numerose, secondo cui la “verità” sugli UFO è tenuta nascosta al pubblico dagli organismi governativi.
Nell’aprile 2022, una richiesta del Freedom of Information Act – Libertà di informazione – presentata quattro anni prima dalla sezione statunitense del tabloid britannico “The Sun”, ha spinto l’agenzia di intelligence a rilasciare al giornale 1.574 pagine di materiale legato agli UFO. The Sun ha riferito che il materiale proveniente dall‘Advanced Aerospace Threat Identification Program – Programma avanzato di identificazione delle minacce aerospaziali – una ricerca del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ha operato tra il 2007 e il 2012, includeva 42 casi medici e 300 casi non pubblicati di persone ferite dopo presunti incontri con “veicoli anomali”, compresi gli UFO.
Nel 2010, Michaël Gillon, astronomo dell’Università di Liegi in Belgio, e i suoi colleghi hanno iniziato a monitorare i pianeti più piccoli vicini al Sole utilizzando il Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope (TRAPPIST) in Cile. Cioè stanno cercando i cosiddetti transiti, quando la luce di una stella viene oscurata da un pianeta che passa tra essa e la Terra. Poiché le stelle di piccola massa sono più deboli delle loro sorelle simili al Sole, ciò consente agli astronomi individuare i pianeti intorno a loro.
Quando Gillon e i suoi colleghi hanno puntato il loro telescopio verso la stella ora nota come Trappist-1, hanno scoperto che si affievoliva a intervalli regolari. Nel 2016, il team annuncia la presenza di tre mondi simili alla Terra intorno alla stella. Questi pianeti orbitano attorno alla loro stella tra 1,5 e quattro giorni terrestri, e sono molte volte più vicini ad essa di quanto lo sia la Terra rispetto al Sole. Trappist-1produce quasi mille volte meno radiazioni del Sole, ma probabilmente i suoi mondi sono ancora troppo caldi per contenere una quantità significativa di acqua liquida in superficie, anche se in alcuni potrebbe essere presente.
Trappist-1 si trova nella costellazione dell’Acquario ed è solo circa l’8 percento delle dimensioni del Sole, anche molto più fredda, più rossa e fioca. In seguito, intorno ad essa sono stati individuati altri quattro mondi.
Trappist-1 è quindi un sistema solare con sette esopianeti di dimensioni terrestri, una stella ultrafredda situata a circa 40 anni luce dalla Terra. L’astro vanta non solo il maggior numero di mondi simili alla Terra in un unico sistema finora conosciuto, ma anche il maggior numero di pianeti che potrebbero ospitare acqua liquida sulla loro superficie.
La scoperta ha incoraggiato Gillon e il suo team a continuare a indagare, studiando l’affascinante stella con il Trappist terrestre dell’ESO (European Southern Observatory) e il Very Large Telescope (VLT) in Cile, così come con il telescopio spaziale Spitzer della NASA e altri strumenti.
Tutti e sette i mondi hanno orbite che si adatterebbero a quelle di Mercurio, ma sperimentano temperature molto più fredde. Trappist-1C, D e F ricevono approssimativamente la stessa quantità di energia, in sequenza, di Venere, Terra e Marte.
Ciascuno di questi tre mondi rocciosi potrebbe potenzialmente ospitare acqua liquida sulla sua superficie, un ingrediente chiave per la vita così come la conosciamo finora.
“Cercando la vita altrove, questo sistema è probabilmente la nostra migliore scommessa fino ad oggi» – ha affermato Brice-Olivier Demory, ricercatore presso l’Università di Berna in Svizzera e autore del documento più recente.
«Perché stiamo cercando di rilevare pianeti simili alla Terra attorno alle stelle più piccole e più fredde nelle vicinanze solari? Il motivo è semplice: i sistemi attorno a queste minuscole stelle sono gli unici luoghi in cui possiamo rilevare la vita su un esopianeta delle dimensioni della Terra con la nostra attuale tecnologia» – aveva spiegato Gillon nel 2016. «Quindi, se vogliamo trovare altra vita nell’Universo, è qui che dovremmo iniziare a cercare».
Sabato, 31 dicembre 2022 – n° 53/2022
In copertina: immagine di Cocoparisienne/Pixabay