martedì, Dicembre 24, 2024

Società

SPECIALE NAPOLI – Calcio e folclore

Terzo scudetto di una squadra multietnica

Redazione di TheBlackCoffee

Il Napoli ha guadagnato lo scudetto nel Campionato di calcio di Serie A 2022- 2023, il terzo trofeo dopo 33 anni dal secondo, aggiudicatosi nel 1989-1990 con Alberto Bigon, mentre il primo era arrivato nel 1986-87 con la squadra guidata da Ottavio Bianchi.

Luciano Spalletti, allenatore di origini toscane, ha portato il Napoli al terzo scudetto, al secondo anno del suo mandato, incarico da cui si è congedato alla fine del Campionato. Sul perché Spalletti abbia lasciato la società partenopea ci sono più versioni, e lasciamo la questione ai giornali sportivi, ma per certo il tecnico aveva un contratto per due anni, con scadenza nel 2023; lui stesso ha chiarito che vuole riposarsi per star dietro un po’ ai figli, una verità umanamente plausibile.

Il primi due scudetti del Napoli, anche se con allenatori diversi appartengono all’era di Diego Armando Maradona, quando il mondo calcistico italiano poteva vedere correre, e segnare goal, uno dei calciatori più forti al mondo.

La data ufficiale di fondazione del Napoli calcistico risulta il 25 agosto 1926, quando fu costituita l’Associazione Calcio Napolisquadra che avrebbe brillato da quel momento in poi sui palcoscenici più importanti del calcio italiano e soprattutto nel cuore dei tifosi napoletani e di tutto il Sud Italia, nonché nelle comunità di Italiani all’estero.

La prima presenza in Serie A del Napoli risale al 1929, anno dell’istituzione del primo torneo di Serie A a girone unico, considerando quindi la società del Napoli come uno dei club fondatori della Serie A moderna. Al suo debutto nella massima Serie, un torneo con 16 squadre in totale, la squadra si classificò al 5° posto, mentre il campionato fu vinto dall’Ambrosiana.

A Napoli il calcio ed i suoi idoli, sono onnipresenti, indipendentemente dagli scudetti. Il dio Diego Armando Maradona spunta ovunque, in gigantografie o piccoli murales, quando meno te lo aspetti.

Ai Quartieri Spagnoli, rione dove fino a una ventina di anni fa era pericoloso entrare per un estraneo, a Maradona è stata intestata una piazzetta interna, con un mausoleo di centinaia di cimeli che riguardano la sua persona, dove i turisti fanno la fila per le foto e i selfie. Le bandiere e il tempietto di Maradona fungono anche da scenografia dove si portano i bambini, femmine e maschi indistintamente, con abbigliamento folcloristico-calcistico per book fotografici realizzati da professionisti.

Con i colori delle bandiere, striscioni e murales che mascherano un po’ la decadenza dei quartieri più popolari, tutto ha preso altre sembianze, una grande festa, anche se sono passati diversi giorni dal 4 giugno, giornata ufficiale di fine Campionato di Serie A e del terzo scudetto del Napoli di Spalletti, che già si festeggiava da inizio maggio per vittoria matematica. Le strade, grandi e piccole, e ancor di più i vicoli, sono un intreccio di strisce bianche e azzurre, che diventano strumenti musicali per concerti estemporanei se si alza il vento.

In varie zone della città si trovano tutte in fila, le sagome dei calciatori della squadra che, è curioso notare, è un team multietnico, dove gli italiani sono circa una decina su una rosa di 27 atleti. Niente in contrario, anzi ciò rispecchia la realtà della città, che accoglie tutte le nazionalità del mondo ed ha i quartieri più popolari che da anni sono misti di famiglie italiane e straniere di tutte le provenienze.

Altro quartiere popolare, che ha una storia simile ai Quartieri Spagnoli è il Rione Sanità, anch’esso poco praticabile fino a pochi anni fa da chi non vi abitava. Il rione si trova ai piedi del quartiere Capodimonte, la collina dove risiede la reggia omonima trasformata in museo e il Real Bosco, un immenso parco pubblico circostante.

Il Rione Sanità nelle ultime due decadi è socialmente rinato, grazie all’opera di sacerdoti che hanno ri-aperto le chiese e gli spazi della curia, prima chiusi alla popolazione, a ragazzi e giovani, per laboratori, corsi, spazi sportivi e molto altro, pur di non lasciarli per strada. Tra le tante attività è nato anche il Teatro Sanità, entro lo spazio di una chiesa tuttora consacrata, dove al posto dell’altare c’è il palcoscenico e le panche sostituite da comode poltrone. Il quartiere è attualmente tappezzato con bandiere e striscioni calcistici, dove ritroviamo numerose effigi del Pibe de Oro.

Il Rione non è nuovo a manifestazioni di amore verso i propri idoli, qui nacque Totò e la sua modesta abitazione di origine è divenuta visitabile ai turisti. Negli anni scorsi, al posto degli attuali simboli calcistici, sulla strada principale si potevano leggere le parole dei brani di Pino Daniele.

Napoli è una città unica al mondo, nel bene e nel male, un comune che conta circa un milione di abitanti, con una densità di 7680 persone per chilometro quadrato. Le relazioni sociali sono molto ossequiose, una modalità tipica di tutto il Sud Italia.

La passione è nel cuore dei napoletani, che sia calcistica, per qualche attore o cantante, per la cucina, o per i presepi artiganali. Il dialetto napoletano è conosciuto nel mondo, allo stesso modo del suo piatto più internazionale, la pizza Margherita. Il Napoletano è la seconda lingua ufficiale dello Stato Italiano.

In tutte le attività non manca il folclore, la tradizione, ed anche un po’ di superstizione, vogliamo dimenticare il corno rosso scaccia malocchio?

Napoli in questo momento, con la vincita dello scudetto, sta vivendo un momento pieno di energia, si percepisce nell’aria, in giro ci sono moltissimi turisti. Le migliaia di bandiere e strisce bianco-azzurre che arredano la città la fanno apparire come un immenso parco giochi. Tutta la città è in festa.

Sabato, 17 giugno 2023 – n°24/2023

In copertina: tempio dedicato a Diego Armando Maradona nella piazzetta intestata a suo nome presso i Quartieri Spagnoli a Napoli – Tutte le immagini: ©Laura Sestini (tutti di diritti riservati)

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