lunedì, Dicembre 23, 2024

Cultura, Multimedialità, Teatro & Spettacolo

Stonebreakers

La lotta contro i simboli del colonialismo

di Laura Sestini

Reduce dalla 63° edizione del Festival dei Popoli di Firenze, Stonebreakers (USA, Italia, 2022) – il documentario diretto da Valerio Ciriaci – torna a casa con il Premio distribuzione in sala “Imperdibili”, assegnato dallo staff del cinema La Compagnia, ex equo con Last Stop Before Chocolate Mountain di Susanna della Sala (Italia, 2022), con questa la motivazione: “le due storie dei registi italiani si parlano, non solo perché hanno saputo raccontare entrambi l’America nelle sue complessità, ma soprattutto perché hanno mostrato come le battaglie di ogni giorno, di ognuno di noi, possano trovare risposte per il futuro solo partendo dal sentimento comune, dall’essere parte di una collettività, di una comunità. Per sentirsi più vicini e simili, nonostante la distanza e le difficoltà attraverso cui stiamo passando” .

Stonebreakers riceve anche il Premio MYmovies dalla parte del Pubblico per il Concorso Internazionale.

Infine, ma non meno importante, la giuria del concorso Miglior Documentario Italiano ha assegnato una menzione speciale a Stonebreakers con queste parole: “per la lucidità con cui affronta il tema della memoria e del monumento come traccia del potere, dando spazio a una pluralità di voci e riconoscendo la centralità della storia e del suo costante dialogo con le soggettività per la costruzione di un presente democratico e aperto al cambiamento.”

Infatti, il messaggio, la tematica che Valerio Ciriaci ha inteso mettere in evidenza con il suo multipremiato lavoro di ricerca riguarda la narrativa di lotta contro la colonizzazione di popoli e territori entro i confini statunitensi, unitamente alle discriminazioni che i “colonizzati” ancora oggi subiscono dal dominio dei bianchi, i cui diritti sono “donati da Dio”, come entusiasticamente Donald Trump proclama nel suo discorso per la celebrazione del 4 luglio in occasione della sua presidenza, ed anche momento in cui sono state girate alcune parti del documentario.

Naturalmente non tutti gli statunitensi sono d’accordo con la lotta politica e sociale che stanno portando avanti gli eredi dei nativi americani, degli schiavi africani, della comunità afroamericana che ha subìto un’enormità di violenze anche recentemente – pratica piuttosto abituale – di cui gli omicidi di Breonna Taylor e George Floyd nel 2020 ne testimoniano ampiamente la cronaca e i presupposti.

Il documentario raccoglie una pluralità di voci, con brevi interviste, e sorprendenti opinioni di comunità etniche minoritarie che ci aspetteremmo a sostegno e invece si dimostrano totalmente in contrasto. Sostenitori della narrativa trumpiana-repubblicana, Weird – Western, Educated, Industrialized, Rich e Democratic che di democratico hanno solamente l’aggettivo nell’acronimo. Motociclisti vagamente beat generation, ormai amalgamati nelle politiche di “differenza” mainstream.

Una scena di Stonebreakers di Valerio Ciriaci – Immagine: 63° edizione Festival dei Popoli

Molto interessante la fotografia, con punti di ripresa non convenzionali, distese di paesaggi grandangolari, anch’essi alternativi alle immagini che ci vengono riproposte reiteratamente in Tv e nei film dei circuiti maggiori, nonostante l’immensità del territorio statunitense. Ciriaci offre uno sguardo più realistico di ciò che gli Stati Uniti possono racchiudere nelle diversità etniche e geografiche, più a misura d’uomo, non mistificato, le voci del popolo, di individui che nella loro quotidianità vivono con sforzo per sbarcare il lunario, reclamano dei diritti non concessi o violati.

Il docufilm riporta la voce di moltissimi giovani – categoria universale che attualmente ha meno privilegi, un futuro nebuloso e rarissime certezze. Un lavoro cinematografico educativo, pedagogico e ricco di riferimenti storici. Il colonialismo, l’appropriazione forzata di territori e risorse di popoli Altri, non è un pratica conclusa, attualissima nella società “moderna e democratica” contemporanea, la Palestina ne è un triste (e violento) esempio.

I simboli del colonialismo – epoca se si ritiene storicamente conclusa 50-60 di anni fa con l’indipendenza delle colonie sotto i Paesi europei – sono ovunque. Statue, targhe commemorative, vie intestate.

Chi era Cristoforo Colombo, giusto per citare un personaggio che tutti i bambini italiani hanno studiato sui libri di storia? Un esploratore, come sempre è stato rappresentato nelle cronache storiche, o un sanguinario colonizzatore? La narrativa storica – ovunque nel mondo – è sempre stata raccontata dai gruppi sociali dominanti: quanto è veritiera se la voce è univoca? Che visione avrebbero proposto i Pellerossa, gli schiavi angolani, o anche i milioni di latinos che da decenni vivono negli Usa?

Ciriaci dà voce a minoranze etniche poco rappresentate, non solo istituzionalmente e politicamente, ma pure dai grandi media. Contesti di struggle – lotta – di cui giunge notizia solo quando ci sono episodi che non si possono oscurare – come fu impossibile per le grandi manifestazioni di dissenso “Black lives matter” – Le vite dei neri contano – degli afroamericani in seguito alla morte per soffocamento di George Floyd da parte di un agente di polizia, il 25 maggio 2020 a Minneapolis.

Trailer di Stonebreakers (2022) di Valerio Ciriaci

La 63° edizione è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua.

https://www.festivaldeipopoli.org

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Sabato, 19 novembre 2022 – n° 47/2022

In copertina: da Stonebreakers di Valerio Ciriaci – Immagine: 63° edizione Festival dei Popoli

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