venerdì, Novembre 22, 2024

Teatro & Spettacolo

Tango Macondo

Il venditore di metafore

di Laura Sestini

Lievi sospiri si odono dalla tromba di Paolo Fresu a sostegno atmosfere legate alle tradizioni popolari della Sardegna, ed insieme avvolgono il teatro Verdi di Padova letteralmente sold out.

Passi di danza contemporanea si muovono leggeri nello spazio scenico, mentre il narratore/Ugo Dighero dà avvio al racconto drammaturgico scritto dal regista Giorgio Gallione, liberamente ispirato all’opera dell’autore sardo Salvatore Niffoi “Il venditore di metafore”

Tango Macondo inizia il suo racconto da Mamoiada, il paese della Barbagia famoso per il carnevale, le maschere dei Mamuthones e degli Issohadores, per allacciarsi poi all’altra parte del mondo con l’universo fantastico di Garcia Marquez.

Protagonisti della vicenda che si dipana sul palcoscenico sono Matoforu e la sua amata Anzelina. Insieme consumeranno battaglie, ed infine salperanno verso Buenos Aires in cerca di fortuna, lungo viaggio che altri insieme a loro e ancor prima avevano intrapreso, assistiti dalla Madonna di Bonaria.

La causa dell’emigrazione dovuta una lunga carestia che aveva distrutto migliaia di campi di grano saraceno. Prima una pestilenza di mosche e poi l’arrivo delle cavallette – le tiliperches – avevano raso al suolo ogni speranza di sopravvivenza in ampie parti della Sardegna, e a migliaia erano partiti. Non sappiamo se questi eventi erano davvero in atto nei secoli scorsi quando i Sardi si sono avventurati verso il Mondo Nuovo delle Americhe; è certo che le locuste attualmente sono causa di gravi danni in Sardegna: nel 2022, terzo anno consecutivo, a giugno erano interessati 30 mila ettari di raccolto distrutto dalla loro invasione.

Matoforu e Anzelina e tutto il villaggio avevano lottato a lungo per scacciare le cavallette, ma a niente valsero gli sforzi. Iniziarono anche a mangiarle, per eliminarne qualcuna in più, anticipando di oltre un secolo il loro inserimento nella dieta mediterranea. Infine queste si alzeranno in volo e moriranno dirigendosi verso il Sole. Un suicidio collettivo, di cui nessuno conoscerà mai il perché.

Tango Macondo si intreccia tra arte circense, giocolieri di strada e personaggi fuori dall’ordinario. Un mondo ricco di indovini e cantastorie, miti e riti, fate buone e streghe malvagie, dove la musica dal vivo è protagonista insieme all’arte attoriale e coreutica. Paolo Fresu, insieme a Francesco di Bonaventura e Pierpaolo Vacca sapranno deliziare la parte sonora, con arie di tango e musiche tradizionali sarde evocando atmosfere ricche di magia di ambe le parti del mondo.

Paolo Fresu
Foto courtesy Teatro Stabile del Veneto

La scenografia di Marcello Chiarenza, e i costumi di Francesca Marsella con pochi semplici oggetti da far apparire o nascondere nei momenti opportuni e dettagli di look etnico hanno saputo trasferire agli spettatori i mondi di riferimento geografici, immaginari e iconografici.

Oltre a Dighero e Paolo Li Volsi, la narrazione è recitata dalla voce femminile di Rosanna Naddeo che anche è interprete di brani cantati in spagnolo, una volta giunti nell’immaginaria città di Macondo.

Anche nel Mondo Nuovo ci saranno lotte da affrontare ed eventi imprevedibili, come le lunghe piogge durate quattro anni e undici mesi, a cui gli abitanti di Macondo hanno sopravvisto “nuotando”.

Naturalmente questa è una metafora, una delle tante che Matoforu vendeva nel suo negozio ispirato dalla sua musa Anzelina.

Una figura retorica che induce a pensare alla forza del popolo sardo, di ieri e di oggi, e di tutti coloro che per le disgrazie dell’umanità hanno avuto la sola alternativa di ricominciare da capo, lontano dalle terre natie.

Una scena dello spettacolo
Foto courtesy Teatro Stabile del Veneto

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Lo spettacolo è andato in scena domenica 29 gennaio, alle ore 16.00, al Teatro Verdi

Tango Macondo – Il venditore di metafore

Drammaturgia e regia: Giorgio Gallione

Liberamente ispirato: all’opera “Il venditore di metafore” di Salvatore Niffoi, Ed. Giunti

Musiche originali eseguite dal vivo da: Paolo Fresu (tromba, flicorno), Daniele di Bonaventura (bandoneon), Pierpaolo Vacca (organetto)

Con: Ugo Dighero,
Rosanna Naddeo,
Paolo Li Volsi

Danzatori/trici: Luca Alberti, Caterina Montanari, Valentina Squarzoni, Francesca Zaccaria

In collaborazione con: DEOS Danse Ensemble Opera Studio – Genova

Scene: Marcello Chiarenza

Coreografie: Giovanni Di Cicco

Disegno luci: Aldo Mantovani

Costumi: Francesca Marsella

Sabato, 4 Febbraio 2023 – n° 5/2023

In copertina: Una scena dello spettacolo – Foto courtesy Teatro Stabile del Veneto

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