Antigone è la voce del cuore
di Laura Sestini
Te-Be è la prima ricerca sulla figura di Antigone – ed altre due verranno rappresentate durante l’estate 2022 – che prende vita dal lavoro del Cantiere DOGs, sostenuto e promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Cecina, in provincia di Livorno e dal laboratorio teatrale del locale Liceo Enrico Fermi.
Realizzato dalla Compagnia teatrale Geometria delle Nuvole, nell’ambito di un vasto progetto nazionale di formazione e ricerca artistica rivolto alle nuove generazioni, lo studio ha portato in scena un folto gruppo di giovani ragazze – un vero e proprio coro, come nella tradizione del teatro greco antico, ma femminizzato – e soli due soggetti maschili, Eteocle e Polinice, fratelli di Antigone e la sorella Ismene, che tentano di conquistare il trono della città di Tebe – che al contrario è vinto da Creonte – uccidendosi l’un l’altro.
Per l’insediamento del Re, una nuova legge escluderà una degna sepoltura a Polinice, perchè considerato un nemico di Tebe, mentre Eteocle beneficierà degli onori funebri.
Il ruolo di Antigone, una donna rappresentata come minuta, ma di animo coraggioso, è il fulcro su cui ruota tutta la trama. La giovane non è d’accordo con la legge che vieta la sepoltura al fratello, d’altronde lei li ama entrambi i suoi fratelli e non li considera differenti nel suo cuore.
Sulla scena si è sentita forte la carica energetica della gioventù. Brave e bravi tutti, nelle loro parti di sole comparse corali, di novizie al teatro, così come le voci soliste più esperte nella recitazione, alcune già da tempo nel progetto DOGs.
La tragedia greca si rimoderna e si esprime nel linguaggio comune ai giovani contemporanei, mentre le tematiche, sigh!, rimangono le stesse a tutte le latitudini ed epoche. La guerra, la pace…. L’umanità non è ancora riuscita a venir fuori dal quel meccanismo di sete di potere, nonostante i millenni trascorsi dall’Olimpo greco ed i suoi miti.
Sul palcoscenico del Teatro De Filippo di Cecina si è vista la bellezza estetica, le ‘geometrie’ scenografiche per raggruppare tutti gli attori – numerosi – non facilmente collocabili per donare anche eleganza visiva allo spettatore, oltre al messaggio intrinseco del testo e della trama.
La conduttrice del laboratorio teatrale per i giovani attori del futuro, speriamo, e regista Ilaria Fontanelli, in un commento sui social riporterà che nonostante le ristrettezze della pandemia le ragazze ed i ragazzi non si sono mai tirati indietro, lavorando costantemente con le mascherine che opprimono la respirazione, specialmente in soggetti teatrali così dinamici come la versione di Antigone portata in scena. Il risultato di tanta passione lo hanno percepito tutti, i commenti sui social testimoniano.
Belli i giovani, potente emanazione della voglia di vivere e del futuro da modellare, nonostante i critici contesti attuali. Si è rivelata una forte emozione per tutti, questa Antigone labronica.
Alla regista Ilaria Fontanelli abbiamo chiesto alcuni dettagli sulla scelta del mito di Antigone, preso a modello femminile da esplorare attraverso il laboratorio teatrale.
A cosa deve la scelta di proporre il mito di Antigone nel laboratorio di teatro dedicato alle giovani generazioni? Attinente al collaterale studio scolastico oppure perché potrebbe rimandare ad un contesto evergreen come la guerra ed i giochi di potere?
Ilaria Fontanelli – La scelta di lavorare su Antigone con gli adolescenti non dipende da esigenze didattiche, ma risponde alla volontà di avvicinare le nuove generazioni alla bellezza dei testi classici e alla riscoperta della loro modernità, liberandoli da quella patina di venerazione e di noia nei quali sono ingabbiati, spesso proprio a causa di come la scuola ce li fa studiare. La forza di una ragazzina che lotta da sola contro il potere dopo 2500 anni continua a parlarci e a risuonare profondamente attuale, soprattutto per i più giovani. Guerra e dispotismo sono la sostanza di cui è composto il mondo di Antigone, un sistema violento dove la prepotenza del nomos e il mancato riconoscimento sociale delle donne sono riusciti a indurirla, ma non a piegarla. La sua scelta d’amore è violenta anch’essa, innegoziabile, assoluta. Per lei non può esistere un amore tranquillo. L’amore è quello per cui si è pronti a morire. Nessuna sfumatura, nessun compromesso.
Le moderne Antigoni quali requisiti devono incarnare per farsi rispettare nella società contemporanea?
I.F. – Dipende in che parte del mondo sei nata. Sono ancora molti gli stati illiberali e patriarcali che assomigliano a quella Tebe della tragedia, nei quali la dissidenza se sei donna non può che comportare il mettere a repentaglio la propria vita. Le moderne Antigoni occidentali hanno la possibilità di spodestare il Re e prendere il potere per cambiare il sistema politico.
Studiare e recitare questo personaggio femminile può aiutare a trovare il coraggio per raggiungere i propri sogni?
I.F. – Il teatro è una palestra dell’anima e del corpo, in cui sperimentare le parte più profonde di sé grazie a un gioco di rispecchiamenti e risonanze. Il contesto è sempre esente dal giudizio e valorizza la diversità e la peculiarità, permettendo di sentirsi profondamente liberi. Questo favorisce la crescita dell’autostima e della fiducia in sé stessi e sì, ci avvicina ai nostri desideri e ai nostri sogni.
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Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Eduardo de Filippo di Cecina (LI), martedì 7 giugno 2022 alle ore 21.30.
Te_Be
𝘚𝘵𝘶𝘥𝘪 𝘴𝘶 𝘈𝘯𝘵𝘪𝘨𝘰𝘯𝘦,
𝘴𝘶 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘦𝘳𝘮𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰
𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘴𝘣𝘪𝘭𝘢𝘯𝘤𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪
Diretto da:
Ilaria Fontanelli
con la preziosa collaborazione di:
Sara Capanna, Fabrizio Parrini e Davide Salvadori
Sostenuto da:
Comune di Cecina e Liceo E. Fermi di Cecina
Partners:
Teatro delle Albe, Nessuno tocchi Caino, Animali Celesti_teatro d’arte civile
Referente scolastica:
Alessandra Cristiani
– Il secondo studio del lavoro andrà in scena il 31 luglio al festival Ti racconto alla Luna di Cecina (LI), come conclusione della residenza artistica La Valle del Vento.
– Il terzo studio sarà a settembre al Contro Festival Altre Visioni di Coltano (PI).
Sabato, 11 giugno 2022 – n° 24/2022
In copertina: una scena dello spettacolo – Foto di Gabriele Cimmino (tutti i diritti riservati)
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