“Short Stories”
di Paola Perini
Dieci anni fa ero in Nepal e, tra le altre cose, andai a fare un trekking sull’Annapurna insieme a Gabriella, la sua figlia nepalese di 10 anni, Anjari, e due sherpa, Pasang (Venerdì) e Minmar (Martedì).
E’stato un trekking impegnativo, soprattutto al ritorno. Le condizioni atmosferiche erano precipitate e siamo dovuti scendere dal Tempio di Muktinath, sul passo del Torong La, a Pokara con mezzi di fortuna: a piedi, in jeep, in autobus. In compagnia di Pasang e Minmar, a volte in compagnia di altri sherpa, a volte fidandoci di chi incontravamo sulla strada. Era un viaggio che si doveva fare a piedi e in aereo in piene condizioni di sicurezza, ma così non è stato.
Arrivati finalmente a Kathmandu, trovando un aereo di fortuna da Pokara, rientrai nell’albergo dove avevo lasciato tutta la mia roba. Il trekking era una parte ludica di un viaggio durato più di un mese per aiutare lo sviluppo imprenditoriale di donne che cercavano autonomia economica per sé stesse e la loro famiglia attraverso l’imprenditorialità. Mi occupavo di fare la consulenza e la formazione del team locale che lavorava con alcuni villaggi intorno a Kathmandu.
Il team era sostenuto da un gruppo di donne imprenditrici capitanato da Ambika, una grande imprenditrice del turismo e dell’accoglienza. La prima donna in Nepal a cui era stato concesso di accendere la pira funeraria del marito (era permesso solo agli uomini). L’albergo era di Ambika, che appena arrivata mi ha accolta con: “Ti vedo molto dimagrita e affaticata. Posso fare qualcosa per te?” -mi disse. La mia risposta che arrivava da tutto il mio corpo è stata: “Un cappuccino”. Ambika ha battuto le mani e un cameriere è arrivato con cappuccino perfetto, il caffè era italiano e il latte era pieno di panna ben schiumata.
Sento ancora il suo calore dolcezza e nutrimento. Ero tornata a casa.
Sabato, 25 giugno 2022 – n° 26/2022
In copertina: Paola Perini con i suoi amici nepalesi – Foto fornita dall’autrice (tutti i diritti riservati)