domenica, Dicembre 22, 2024

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Unione Europea e Svizzera

Rapporti fra democrazie “diverse”

di Jacques Ducry

L’attuale Unione europea è nata sulle rovine della Seconda guerra mondiale (27 membri), la Svizzera nel 1291, composta inizialmente di tre Cantoni, nel corso dei secoli diventati ventisei, quattro lingue – francese, tedesco, italiano e romancio – due religioni, cattolica e protestante, attualmente nella forma di Stato federale, con ripartizione delle competenze fra lo Stato centrale e i Cantoni, paragonabili alle regioni italiane, e in presenza di diritti popolari, come iniziativa e referendum, molto sviluppati. La Svizzera non è membro dell’UE, ma lo è del Consiglio d’Europa rappresentato pure dall’importantissima Corte europea dei diritti dell’uomo – CEDU.

La struttura istituzionale svizzera è molto simile a quella degli USA, fatta eccezione della carica del presidente, con Parlamento bicamerale – l’Assemblea federale – eletto dai cittadini nelle circoscrizioni cantonali. Tutte le modifiche costituzionali devono essere approvate con doppia maggioranza – popolo e cantoni – dunque pure i trattati internazionali, ad esempio quelli relativi ai rapporti con l’Unione europea, sono attualmente regolati da decine di trattati bilaterali.

Adesso l’UE pretende, a mio avviso giustamente, la stipula di un accordo “quadro”; il Governo e la “politica” svizzera tentennano, temporeggiano per paura di perdere “competenze”, in particolare giudiziarie, senza dimenticare la cosiddetta “spada di Damocle” dei diritti popolari, essendo la (stra)grande maggioranza degli Svizzeri ostile a ogni forma di sopranazionalità, perciò il sottotitolato “democrazie diverse”.

I cittadini degli Stati membri dell’UE eleggono, ogni cinque anni, i propri rappresentanti al Parlamento europeo che designa la Commissione (governo); accanto vi è il Consiglio europeo con altre competenze e la Corte giudiziaria. Aldilà della forma, a decidere restano i Capi di Stato e di Governo, con la regola assurda dell’unanimità per le questioni principali, che causa la faticosa ricerca di folli compromessi farciti di ignobili ricatti!

La democrazia svizzera è pure condizionata da continue ricerche di compromessi, dovendo tenere in considerazione le diversità cantonali, linguistiche e culturali ma, la Svizzera, pur euroscettica, potrebbe essere da esempio per l’UE quanto alla struttura federale dello Stato. Il vero problema sono i diritti popolari che, a mio avviso, creano solo difficoltà nell’adottare le indispensabili decisioni, a volte molto urgenti, per la salvaguardia della dignità e del minimo benessere di tutti i cittadini, in particolare dei più deboli. (continua…)

Sabato, 24 dicembre 2022 – n° 52/2022

In copertina: l’Assemblea federale svizzera (Parlamento) – Foto: https://www.media-parl.ch

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