Come uscire davvero da questa crisi che è soprattutto esistenziale, pena la prossima pandemia?
di Giorgio Scroffernecher
Circa la pandemia ci sono solo notizie fantastiche. Proviamo a fare un volo d’uccello sulla cronaca e sui protagonisti del momento.
Per i negazionisti il virus non esiste. Solo per i creduloni come me il virus è una realtà di quelle dure. Infatti, il mio amico G. morto poco tempo fa – se prima stava bene – vuol dire che non è morto per il virus che non c’è, ma per un qualcosa che i medici non hanno diagnosticato correttamente. Invece, quell’altro mio amico D. riemerso dopo settimane di terapia intensiva con gli occhi spaventati, certamente aveva altri problemi, magari di tipo mentale, se ora dice: “Ragazzi non avrei mai pensato di vivere un’esperienza così!” E la mia amica I. che, come medico del SSN volontariamente lavora da un anno in un reparto Covid, è forse troppo stressata per dire con ragione che in questi giorni ha pazienti sotto i 40 che probabilmente non ce la faranno… per un virus che però non esiste. Questa la prima notizia fantastica.
Per i complottisti il ‘Grande Disegno’ è mondiale, i poteri che contano davvero sono tutti d’accordo: bisogna stabilire un nuovo modo di governare il mondo. Sarà la farmacologia a offrire nuovi modi per ottenere consenso, obbedienza, profitto. Detta così forse non è una grande notizia. Tuttavia, l’idea che il mondo intero, l’intera umanità possa trovare un accordo su qualcosa a me pare di per se una notizia fantastica.
Per i No-Vax Mario Draghi, forse l’italiano con la più alta reputazione planetaria, si sta facendo inoculare acqua distillata invece del richiamo eterologo come dichiarato (mica è scemo!) a favore di telecamera. All’inizio si diceva che Draghi non dava nessuna importanza alla comunicazione: si è aggiornato.
Dalla Scienza solo notizie fantastiche: il vaccino risolve tutto, la paura è finita. Avevano ragione quelli che ripetevano ‘Tutto andrà bene’. Insomma tra pochissimo si tornerà a vivere come prima, anzi meglio con i soldi per la ripresa, le abitazioni più efficienti e le auto elettriche. Il futuro ci sorride!
Chiudendo qui le fantasticherie, quali sono le cause del nostro vivere (e morire) da due anni a questa parte? Chi incolpa il cinese che ha mangiato il pipistrello, chi quell’altro che ha scelto il pangolino. Forse, sempre in Cina, è sfuggito al controllo un virus creato in laboratorio per ragioni belliche. Eppure, temo, queste, nel caso, sarebbero ragioni rallegranti perché lievi rispetto alle evidenze più concrete, queste per esempio.
- I virus in circolazione nel presente e nel passato, sono in larga misura di provenienza zoonotica, cioè per salto di specie «Circa il 75% delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale» EFSA European Food Safety Authority.
- Le deforestazioni, causate per lo più da speculazioni sui legnami e creazione di nuove aree di sfruttamento, oltre che risultato di un’agricoltura intensiva che produce desertificazioni, creano grossi squilibri al mondo selvatico di terra e di cielo, che si avvicina sempre più agli insediamenti umani causando crescenti episodi di zoonosi. «La distruzione di habitat e di biodiversità provocata dalle attività umane, i cambiamenti di uso del suolo e la creazione di habitat artificiali poveri di natura ma con un’alta densità umana, rompono gli equilibri ecologici e facilitano la diffusione di patogeni». GREEN PEACE.
- Gli allevamenti intensivi, ormai diffusi in tutto il mondo, sono delle vere e proprie bombe batteriche e virali, oltre che un orribile oltraggio alla vita «Gli animali negli allevamenti possono rappresentare la causa originale, il canale di trasmissione o quello di amplificazione di malattie zoonotiche. Le pandemie come il COVID-19 sono ‘prevedibili’ e possono essere considerate il risultato preannunciato del modo in cui la popolazione umana si procura e produce cibo, commercia e consuma animali e infine altera l’ambiente circostante». ONU, le Nazioni Unite.
- Il riscaldamento climatico, le polveri sottili, così come i nuovi grani prodotti dall’agricoltura intensiva, e comunque l’inquinamento dell’aria, della terra e delle acque, causano intolleranze alimentari, indebolimento del sistema immunitario e vulnerabilità agli agenti patogeni. «È noto, infatti, che l’inquinamento ambientale aumenta la probabilità di malattie cardiovascolari, metaboliche e polmonari. Ragion per cui, nelle aree più inquinate, è maggiore la quota di popolazione ad alto rischio di sviluppare le complicanze da Covid-19». Fondazione Veronesi.
Di punti certi ne potremmo aggiungere altri, ma questi quattro bastano per capire le cause del tutto, sapendo che il tutto è prodotto da un sistema economico ‘finanziario’ – puramente speculativo – ma anche dal nostro modo di pensare, di vivere, di cibarci, di agire ogni giorno. Pena una nuova, prossima e ravvicinata pandemia. Se così è qual è la crisi, il cambiamento necessario, urgente, che riguardi tutti, nessuno escluso? Lo dico con le parole di Greta Thunberg riferendomi sia a chi favoleggia di una green economy miracolistica, sia a chi si oppone con argomentazioni e motivazioni davvero ‘fantastiche’: «Il Covid mostra che possiamo trattare una crisi come una crisi. E questo cambierà il modo in cui percepiamo le crisi e la risposta alle crisi. E dimostra davvero che la crisi climatica non è stata mai trattata come una crisi, ma solo come una questione pubblica importante, come un argomento politico. Cosa che non è, perché è una crisi esistenziale. Oggi viviamo in una società post-verità e non ci importa di aver perso l’empatia. Abbiamo smesso di prenderci cura l’uno dell’altro e abbiamo smesso di pensare a lungo termine».
Sabato, 26 giugno 2021 – n° 22/2021
In copertina: illustrazione di Christine Sponchia