“Short Stories“
di Paola Perini
Un week-end di maggio, mentre ero in Tanzania a Dar es Salaam per lavoro con Elena – la project manager – decidiamo di andare a vedere l’isola di Zanzibar. Due ore solo di ferry dal porto di Dar. Un hovercraft.
Arriviamo a Stone Town che è il tramonto. Dal mare, la città sembra un pezzo della vecchia Damasco però colorata da un bambino.
Ci aspetta una coppia di modenesi, proprietari di un alberghetto nella parte vecchia di Stone Town, l’House of Spices. Ceniamo con i modenesi e due amiche di Elena: la manager di un complesso alberghiero di un tour operator italiano sulle spiagge di Zanzibar e una giovane cooperante ormai da più di un anno sull’isola e in servizio civile.
Serata spassosissima. La manager ci racconta storie incredibili di donne che viaggiano su Zanzibar anche tre volte l’anno perché “innamorate” di giovani e meno giovani uomini di colore.
L’albergo vieta agli ospiti di “fraternizzare” all’interno degli spazi del villaggio turistico sia con il personale che con esterni. Quindi la manager si trova quotidianamente a riprendere situazioni imbarazzanti. Gente che scavalca le recinzioni ed entra dalle finestre, camerieri che vengono “chiusi” nelle stanze, biancherie intime perse e ritrovate, ecc.
Finita la serata, ancora a letto ridevamo dei racconti. Ci sembravano storie impossibili.
L’indomani partiamo in auto per una bellissima spiaggia a Ovest, se non ricordo male si chiama Kiwengwa. La marea dell’Oceano Indiano sarebbe stata favorevole e avremmo potuto nuotare senza fare chilometri a piedi per raggiungere l’acqua. Ci saremmo fermate solo per 2 giorni.
Avevamo prenotato un bungalow in un piccolissimo villaggio un po’ sgarrupato sulla spiaggia, gestito da persone del luogo ma molto famoso per l’ottima cucina tipica a base di pesce. Arriviamo a metà pomeriggio. C’erano solo 5 o 6 persone. Ci buttiamo subito su uno sdraio e cominciamo il nostro relax, e mi addormento.
Mi sveglio perché sento qualcuno parlare italiano e dice “e’ il quarto oggi!”. Io penso ai bicchieri di bibita o aperitivo che il signore romano stava bevendo. Mi giro e vedo vicino ad un bungalow un giovane ragazzo vestito da Zulu indossa il caratteristico tartan rosso. Non ci faccio caso, penso che sia una persona del servizio. Mi riaddormento e mi risveglio perché il romano, dice “sta arrivando il quinto”. Lo guardo e vedo che guarda verso il mare. Un altro giovane, anche questo vestito da Zulu.
Chiedo a Elena se Zanzibar è un’isola dove ci sono molti Zulu. Elena mi guarda con uno sguardo allucinato e mi dice “non sono Zulu sono zanzibarini che vendono qualsiasi cosa: droga, ma soprattutto sesso”. Il quinto era l’ennesimo fornitore di una signora italiana che aveva il bungalow proprio dove noi ci eravamo stese e il romano contava i giovani Zulu che vi entravano e rimanevano per diverso tempo.
Chiedo al romano se è appena arrivato e mi risponde “sono tre giorni che sono qui, ma ogni giorno è uguale e le italiane sono proprio delle porche. Quanti giorni vi fermate?”.
Si mangiava bene il pesce, ma non abbiamo cenato…… e siamo rientrate a Stone Town.
Sabato, 9 luglio 2022 – n° 28/2022
In copertina: un pescatore zanzibarino – Foto: xiSerge/Pixabay